Nuove promesse sulla Sanità Regionale.

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San Leo. Un toponimo da recuperare.

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

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martedì 28 agosto 2007

OGGI LA FESTA DI S. EMIDIO

















Notizie su S.EmidioEmidio nacque, nell’anno 273, da nobile famiglia di Treviri, città del nord-ovest dell' attuale Germania, ai limiti dell’Impero Romano. All’età di 27 anni, lui che era di famiglia pagana, stando a contatto coi suoi coetanei cristiani, si accostò alla vera Fede ricevendo il battesimo. Per volere divino partì per l’Italia assieme a tre suoi amici, Euplo, Valentino e Germano, giunto a Milano ebbe un incontro molto importante con il vescovo S. Materno che lo istruì adeguatamente e l’ordinò sacerdote. Trasferitosi a Roma, vi dimorò con spirito apostolico, associando prodigi sorprendenti. Fu ricevuto dal papa S. Marcellino, il quale ritenendolo idoneo ad assumere le responsabilità episcopali, lo consacrò vescovo destinandolo ad Ascoli, dove risiedeva una comunità che ardeva dal desiderio di avere un Pastore. Ascoli, distrutta da Pompeo Strabone e ricostruita dal figlio Pompeo Magno, era un’importante città posta lungo la strada consolare “Salaria”, che univa a Roma e al mare Adriatico. Contava oltre ottantamila abitanti, ed era un centro commerciale e militare molto importante. Emidio con slancio accolse il desideri del papa e partì per Ascoli assieme ai suoi amici. Lungo il tragitto, venne informato che qui si era risvegliata un’attività persecutoria verso i cristiani, quindi non c’erano le migliori condizioni per svolgere la sua missione. Si indirizzò allora verso il vicino Abruzzo, convertendo alla Fede la città di Pitino ed altre vicine.
Ristabilitasi la calma ad Ascoli vi si recò e fu accolto con grande gioia dai martoriati cristiani. Il giovane Emidio iniziò, allora, la sua opera pastorale con grande fervore: predicava, istruiva, confortava i sofferenti, convertiva e battezzava, raggiungendo anche centri limitrofi; raggiunse anche Fermo, dove assieme ad una comunità di cristiani preesistente, aprì al culto del vero Dio un tempietto pagano. Dopo appena tre anni d’intenso e proficuo lavoro, confortato da prodigi, nel 303, tornato ad Ascoli, quando ormai tanti pagani si erano convertiti alla Fede e, tra questi anche Polisia, la figlia del Prefetto della città, fu catturato dai persecutori, condannato a morte e decapitato nel luogo dove oggi sorge il tempietto di “S. Emidio Rosso”.
Caduto a terra in un lago di sangue, il Martire – secondo la tradizione – raccolse il capo, si alzò, mettendosi in cammino per raggiungere l’Oratorio delle Grotte, dove radunava i fedeli per le sacre funzioni; qui si adagiò per il riposo eterno. Mani pietose poi lo composero in un rude sepolcro scavato nel tufo. Gli ascolani, successivamente, lo esumarono e portarono nella cripta della Cattedrale, ove è particolarmente venerato come Protettore contro il flagello del terremoto.

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