Nuove promesse sulla Sanità Regionale.

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Cambio di passo o vuota propaganda?

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San Leo. Un toponimo da recuperare.

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

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RADUNO ANA A CAGLI

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Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Dal 2 al 24 settembre 2017

mercoledì 30 gennaio 2008

CAGLI, CARNEVALE CRESCE L’ATTESA



da TuttoFlaminia Marche del 30-01-2008

Fervono i preparativi per il grande Carnevale in notturna che si svolgerà lunedì 4 febbraio dalle ore 21 fino a mezzanotte; poi il divertimento si trasferirà nella discoteca Masai.
E’ una corsa per trovare le maschere più belle, per raffigurare personaggi dello spettacolo, della politica, della televisione; gruppi di maschere a piedi circoleranno in città, insieme ai carri che si stanno allestendo nel chiuso di capannoni, attenti a non farsi rubare idee, nella speranza di aggiudicarsi la vittoria. E intanto, come vuole la tradizione, ferve la preparazione di dolci tipici, castagnole, ciambelle, frittelle.
Le manifestazioni del Carnevale anche a Cagli crescono di intensità negli ultimi anni partendo dal giovedì grasso, molto legato alle usanze e alle tradizioni rurali per culminare nel martedì, ultimo giorno di festeggiamenti.
In altri luoghi a mezzanotte, si brucia il pupo, un rito di purificazione che diventa anche spettacolo folkloristico.

A Cagli, in questo senso, ci si aspetta un simile tipo di novità per il 2008 . Una conclusione del periodo carnevalesco particolarmente attesa, vivacizzata, nel frattempo, da una serie di piccole feste con musica e balli che coinvolgono soprattutto i giovani.






INTANTO LASSU' BACCINI E TABACCI ANNUNCIANO LA LORO INTENZIONE DI LASCIARE L’UDC



Mario Baccini è stato ministro per la Funzione pubblica nel governo Berlusconi.

«Il cambiamento di linea, adottato da Casini in modo assolutamente strumentale da novembre ad oggi, in completo dissenso dal mandato congressuale, da lui e dal segretario Cesa votato, ci impone di trarne le conseguenze»: così i parlamentari Bruno Tabacci e Mario Baccini, annunciano in una nota congiunta la loro intenzione di lasciare l'Udc.





Ecco il parere di Leone da Cagli in proposito:


LA RISPOSTA E' NO


Con gli ammorbanti problemi che ci affliggono non è aria, d'accordo, ma lasciateci giocare un po' con le parole:
- Accidenti, acciderba o accipicchia! -
deve aver esclamato un accigliato Casini rivolgendosi a Baccini e Tabacci, diventati, a suo modo di vedere, da casiniani a casinisti. Magari subito accorgendosi che le parole "accidenti", "acciderba", "accipicchia", "accigliato", "Baccini" e "Tabacci" hanno un "acci" in comune.
Inoltre, con lieve ritocco estetico, Baccini può diventare "bacini" (bacio di Giuda, s'intende!) e Tabacci "t'abbacchi".
Con chiaro riferimento all'attuale stato d'animo del "Pierferdi".
A proposito, un anagramma (termini o frasi diverse formate dalle medesime lettere cambiate di posto) di Pierferdinando Casini è: "Candidarsi per Fini? E' no!".
Leone PantaleoniEnigmista

LA LINEA D'ORIZZONTE DI BRUNO MARCUCCI PASSA PER FERRARA



Inaugurata il 26 Gennaio alle ore 18,00,
presso la Galleria del Carbone di Ferrara, la mostra personale di Bruno Marcucci.


La rassegna, che si protrarrà fino al 9 febbraio, presenta un cospicuo numero di lavori su carta che si posano e si allineano sulle pareti della galleria seguendo una "linea d'orizzonte".


orario:


dal lunedì al venerdì 17.00-20.00,


sabato e festivi 10.30-12.30 17.00-20.00


martedì chiuso(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: libero



catalogo: in galleria. a cura della galleria del carbone
curatori: Giuliana Paganucci
autori: Bruno Marcucci
patrocini: Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara
genere: arte moderna e contemporanea, personale





TESTI IN CATALOGO di Giuliana Paganucci, Ettore Sordini e Eugenio De Signoribus.


Da molti anni Bruno Marcucci, lungo la rotta di un progetto aperto, che lo porta a muoversi con grande naturalezza tra disegno, pittura, scultura e installazioni, conduce una ricerca orientata sulla profondità e animata da un senso fortissimo della materia – materia terra e materia fumo, materia primordiale e materia tecnologica, materia su supporto e supporto che si fa materia - a cui la mano s’accosta con emozione antica e sapiente consapevolezza. Nel tempo, alla riduzione dei mezzi operativi viene a corrispondere, in modo sempre più perentorio, una sempre maggiore concentrazione dell’immagine, sino a giungere agli iceberg di Linea d’orizzonte, tempere al silicone su carta, che si collocano al limite tra visibilità e invisibilità, finitudine e infinito, spazialità luminosa delle superfici e oscurità dei recessi senza fondo. Dalle parti emerse degli iceberg ci si protende ad ascoltare quel che trascorre al di sotto. La linea d’orizzonte alta pone lo spettatore in corrispondenza di ciò che è sommerso, di ciò che quietamente sprofonda nelle sconfinate regioni della lontananza, dell’inconoscibile, in cui si inseguono concavità e convessità, in un’ondulata sedimentazione di pieghe. La moltiplicazione seriale degli iceberg, di dimensioni estremamente varie, senza cesure di spazi bianchi, senza silenzi a separare l’uno dall’altro, crea un teatro mobilissimo, tra differenza e ripetizione, con una felice successione ritmica di colori e di toni che si modula in mille variazioni sia nella parte emersa sia in quella che si inabissa. Compresse e avviluppate, piega su piega, le masse sommerse, quasi un concentrato del mondo, sembrano suscettibili di espandersi potenzialmente all’infinito, nel centro stesso dell’abisso.


A un’altezza di m 2,03 si pone, appunto, la linea dell’orizzonte, frontiera e limite della visione e della conoscenza, linea di confine tra la lontananza del passato e l’assolutamente ignoto del futuro, nell’aleatorietà del nostro essere viventi. Ma più lo sguardo torna a percorrerla, facendo tutto il giro delle pareti, più si lascia prendere dalle pulsazioni dinamiche, dal puro ritmo delle forme e dei colori. Quello che resta alla fine è un senso di gioia, la gioia pura, senza ragione, che nasce dalla felicità delle immagini.

Giuliana Paganucci




Con quanta fatica Bruno Marcucci sia arrivato a questo livello di sintesi espressiva non ci è dato di sapere; da quale punto della sua molteplice e minuziosa ricerca sia scaturita una così singolare chiarezza di visione solo lui ce lo potrà dire, se vorrà. Con la naturalezza con cui si scarta un bonbon e poi si getta la carta così Marcucci ci rivela il segreto della pittura, con la chiarezza del matematico che dimostra un teorema ci porge la chiave della pittura moderna; l’arte narra di se, a se si rivela e a noi apre una finestra grande sul meraviglioso.

Ettore Sordini




Note biografiche


Bruno Marcucci è nato a Cagli nel 1948. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino dove si diploma nel 1972. Viaggia in Europa, dove arricchisce la sua formazione frequentando un corso di scultura tenuto da Joseph Beuys a Dusseldorf. Con l’amico pittore Paolo Paolucci compie un lungo viaggio in Africa. Soggiorna un anno negli Stati Uniti, al ritorno sarà assistente allo studio del pittore Emilio Vedova, per la realizzazione di un ciclo di opere. Si lega di amicizia con i pittori Ettore Sordini e Angelo Verga e partecipa a mostre e al lavoro di studio. Durante il lungo sodalizio che lo lega al musicista Fernando Mencherini illustra alcune sue composizioni. Attualmente insegna alla Scuola del Libro di Urbino.




Scritti di Fulvio Abbate, Giulio Angelucci, Mariano Apa, Peter Green, Rita Olivieri, Giuliana Paganucci, Marcello Pecchioli, Paolo Serra, Mariastella Sguanci, Gabriele Tinti, Angelo Verga.

martedì 29 gennaio 2008

DOMANDE STRAMPALATE IN PERFETTA SINTONIA CON LA FESTA DI CARNEVALE




Divagazioni carnevalesche
di Leone da Cagli:



MA LA CASTAGNOLA E’ SCALOGNATA?



Ma la più grossa delle castagnole va scongelata quasi fosse una bistecca? La persona che trova un insetto nella castagnola è scalognata? E' vero che per le Ceneri, a Cirene, si mangiano cernie? La bambina che porta a scuola la cicerchiata è accerchiata dai compagni più golosi? Sarà poi vero che mia figlia stavolta si maschera da marchesa di Pompadour? L'aumentato costo dei coriandoli può far gridare al ladrocinio? La festa con i carri, fornisce alacrità? D'accordo, sono sette domande che definire esistenziali ci pare un tantino esagerato. Eppure esse esigono egualmente una risposta. E la risposta è una sola: si tratta di altrettanti anagrammi (parole o frasi formate dalle stesse lettere cambiate di posto) di termini in piena attinenza con il Carnevale. E cioé: castagnole-scongelate, castagnola-scalognata, Ceneri-Cirene-cernie, cicerchiata-accerchiata, maschera-marchesa e coriandoli-ladrocinio. E - udite, udite - la festa con i carri-fornisce alacrità. Dove, non fosse chiaro, "la festa con i carri" è composto dalle medesime lettere di "fornisce alacrità". E ce n'è anche per le maschere più rappresentative e dunque conosciute. Purchè si sdoppino come le cellule in una sorta di metabolismo lessicale. Arlecchino in chilo-carne. Pulcinella in calle-Lupin. Balanzone in balzo-Enna. Pantalone in ponte-lana. Stenterello in treno-stelle. Gianduia in gaia-indù. Brighella in allegri-HB (marca di sigarette). Colombina in ambi-colon e, per finire, Tartaglia in lira-gatta. In fondo, a pensarci bene, l'anagramma non è altro che un modo di travestire le parole. E dunque entra di diritto nell'elemento più caratterizzante del Carnevale. Un Carnevale che se da un canto ci toglie la carne (carnem levare) dall'altro ci mette una maschera.




Leone Pantaleoni


Enigmista

lunedì 28 gennaio 2008

PRESENTATO IL GIORGIO GABER CAGLI FESTIVAL


sabato 26 gennaio 2008, a Cagli,nella Sala del General Consiglio del palazzo comunale, è stato presentato, con una vasta partecipazione di pubblico, artisti, operatori e autorità, il Giorgio Gaber Cagli Festival.
Presente il gruppo della Compagnia LA PIOLETTA di Cagli, che parteciperà al Festival con letture dei testi delle canzoni dell'autore milanese.
Il Presidente della Fondazione Gaber di Milano, Paolo Dal Bon. ha detto che questo Festival è il più rigoroso e più interessante rispetto ai due appuntamenti che lo hanno preceduto a Milano e a Genova. Va dato atto al Prof. Massimo Puliani, estimatore e amico di Gaber, di aver ideato il Premio Gaber per la tesi (di cui c'è già una partecipazione anche tedesca con una studentessa di Stoccarda) e di aver proposto una serie di incontri sul Teatro d'Evocazione.

PER INFORMAZIONI DETTAGLIATE SUI LAVORI DEL FESTIVAL, SUL PREMIO GABER PER TESI DI LAUREA, SAGGI E PROGETTI MULTIMEDIALI, SUL PROGRAMMA DEGLI SPETTACOLI E SULLE CONDIZIONI DI VENDITA DEI BIGLIETTI SI RIMANDA AL SITO

http://infocentroteatro.blogspot.com/


sabato 26 gennaio 2008

UNA VETTURA DELLA POLIZIA MUNICIPALE INVESTE UN PEDONE

Incidente in piazza Matteotti.

Ormai è inevitabile: la convivenza di veicoli e pedoni in piazza è diventata impossibile.
È indispensabile una Z.T.L., ma, causa l’insufficienza dei parcheggi periferici, sarà opportuno far parcheggiare fuori le mura …i pedoni.

Ma non pensiamoci ...leggiamo quest'altra divagazione del nostro Leone da Cagli:

LA CURIOSITA' – Tutte o una sola, sono di scena le 5 lettere del canale di fonazione aperta dell’alfabeto


I “VOCALIZZI” DELL’ENIGMISTICA

Se Auditore è luogo panvocalico perché comprendente tutte e 5 le lettere del canale di fonazione aperta dell’alfabeto, Saltara è invece monovocalico. A voler sforare dall'ambito geografico e dalla nostra provincia, esempi classici del primo caso sono aiuole, ipotenusa, giuramento, profumeria ecc. E del secondo, arbitro Cinciripini permettendo, abracadabra, contropropongono, effervescentemente, bubù, ecc. Una statistica afferma che sono almeno 5000 le parole italiane panvocaliche. A causa della pochezza di termini che finiscono in “u”, non esistono esempi in cui le 5 vocali compaiano in ordine alfabetico. Cosa invece del tutto possibile in inglese (bacterious, abstemious ecc.). In compenso è possibile trovare nostre parole che si presentano nell'ordine inverso (fusoliera, fuoriscena, lungolinea ecc.). Per quanto poco ricorrenti, nomi propri panvocalici sono Gualtiero, Aurelio ed Eustachio. Mentre tra i "sono stati famosi" meritano citazione Apuleio (quello dell'Asino d'oro), Esculapio (figlio di Giove) e Tertulliano (scrittore latino, nativo di Cartagine, che si fece prete). E, in simbiosi oltre che sponsale, Renzo e Lucia che si riconfermano, curiosamente, anche nella primaria versione di Fermo e Lucia. In materia di monovocalismo (o univocalismo) la più spendibile è la lettera a. Come dimostra il nostro brano, tanto estemporaneo quanto strampalato, che segue: "Papà lava la vasca: la vasca allagava la mansarda! L’avara Ada, calma calma, spalma la cara (nel senso di costosa) lavanda all’allampanata Anna. Sara spazza la sala. Mara, data la palla a Nara - la ragazza scassava! -, andata al bar a tracannar acqua gasata dalla caraffa, paga alla cassa. Lara, sala la pappa: la Tata, sfamata, alla nanna da brava andrà - stracca: la stanza s’appanna!-. Mamma - fa la sarta -, spazzata la lana scartata, stanca l’ammassa a manca. Papà - Ma va là! - bara a baccarà. Alla gatta, maltrattata dalla cagna - Basta! Basta! -, traballa la zampa staccata". Se non le aveste contate sono 181 “a” in un brano d’una decina di righe.
Roba da far impallidire: A, a, a, cercasi”.
Leone Pantaleoni
enigmista

ECCO LE SOLUZIONI DEL 5° set



CONCORSO A PREMI DI LEONE DA CAGLI
LE SOLUZIONI DEL 5° set SONO:



REBUS 9
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 2 5 2 7 5)
PUNTI 8
Chiave risolutiva: “L, api; età di G, A; età, NOL; api, S”

Frase risultante (soluzione): -LA PIETA’ DI GAETANO LAPIS –

REBUS 10
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 5 5 7)
PUNTI 3
Chiave risolutiva: “P, ON, tede; L, l’ape; R, gola”

Frase risultante (soluzione): -PONTE DELLA PERGOLA –




PERTANTO


IL VINCITORE DEL CONCORSO A PREMI


DI LEONE DA CAGLI E’
PAGNO 41
CON PUNTI 45



COMPLIMENTI PAGNO 41!
HAI VINTO UNA COPIA DEL LIBRO
“PANTANTIREBUS”
DI LEONE DA CAGLI
E VERRAI CONTATTATO VIA E-MAIL
PER DEFINIRE LE MODALITA’
DI RITIRO DEL PREMIO.


Ed ora Leone da Cagli ci propone 11 “Prodezze” enigmistiche legate alla recente cronaca politica.

Apoliticamente, e dunque per mero trastullo edipico, vi propongo 11 anagrammi (parole formate dalle medesime lettere cambiate di posto), da me composti, il giorno prima della caduta del Governo, su Romano Prodi.
E cioè:
01) Or riman, … dopo? (commento superfluo)
02) Porrò domani (sottinteso: le armi. Sottinteso anche il domani del famoso cartello: “Domani si fa credito”).
03) D’amor porino (come Calimero, nessuno gli vuol bene)
04) Porino, dorma! (a volte par proprio immerso nel mondo di Morfeo)
05) Or or PD? No! Mai! (con Veltroni manco morto!)
06) Moro? Padrino? (con chiara allusione alla famosa seduta spiritica)
07) Rompo i … a nord (se soltanto i leghisti potessero averlo tra le mani!)
08) Porno di Roma (per via dell’incidente-Sircana)
09) Orma di prono (ricattato dai nanetti)
10) Ordina promo (esige e comanda iniziative d’immagine a suo favore)
11) Rom d’Apiro? No! (ma non è Veltroni che ce l’ha con quella gente?).



......MA ANCHE

Rammentandoci che l’anagramma consiste nell’ottenere parole diverse da medesime lettere cambiate di posto, Leone ce ne propone due dei suoi, attuali (in specie il secondo!) ma non inediti perché già pubblicati dal giocologo Ennio Peres (ospitato da Costanzo e, proprio in questi giorni, da Enza Sampò sulla Terza rete) sul Forum della Stampa di Torino. Che poi sono i seguenti ANAGRAMMI ONOMASTICI:

Nome: 7, 9
“ Un calvario patito “
Soluzione:
- LUCIANO PAVAROTTI -

Nome: 8, 8
“ Mente al CSM? Letale! “
Soluzione:
- CLEMENTE MASTELLA -

…e questi dedicati a un amico d’infanzia, un certo Lucio Palazzetti:

Nome: 5, 10
Ma … in che senso?
- PIAZZA IL CULETTO –

Nome: 5, 10
E dài, lavati Attilio!
- C’E’ L’ATTILIO: PUZZA! –

Nome: 5, 10
Aglio e cipolla…
- CI PUZZATE L’ALITO! –



Leone Pantaleoni
Enigmista

mercoledì 23 gennaio 2008

ECCO IL 5° SET DEL CONCORSO A PREMI DI LEONE DA CAGLI

Il regolamento è stato pubblicato l’11 gennaio 2008.

ECCO LE SOLUZIONI DEL 4° set:


REBUS 7
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 9 3 5 2 5)
PUNTI 6

Chiave risolutiva: “QU, arti; E, ride; L,P, ali; O di C, agli ”
Frase risultante (soluzione): -QUARTIERI DEL PALIO DI CAGLI –


REBUS 8
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 2 6 8)
PUNTI 8

Chiave risolutiva: “L, ari; PI da pio letta”
Frase risultante (soluzione): -LA RIPIDA PIOLETTA –

5° set

REBUS 9
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 2 5 2 7 5)

PUNTI 8



REBUS 10
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 5 5 7)
PUNTI 3

Le soluzioni dovranno pervenire mediante un commento da inviare entro le ore 24.00 di venerdì 25 gennaio 2008.

I concorrenti non registrati potranno partecipare identificandosi con il proprio indirizzo e-mail o con il proprio nome e cognome.

domenica 20 gennaio 2008

4° SET DEL CONCORSO A PREMI DI LEONE DA CAGLI

Il regolamento è stato pubblicato l’11 gennaio 2008.

ECCO LE SOLUZIONI DEL 3° set:

REBUS 5 (PUNTI 4)

Chiave risolutiva: “MON, tenerone”

Frase risultante (soluzione): -MONTE NERONE –


REBUS 6 (PUNTI 10)

Chiave risolutiva: “*, semidio”

Frase risultante (soluzione): -S. EMIDIO –


4° set


REBUS 7
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 9 3 5 2 5)

PUNTI 6



REBUS 8
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 2 6 8)
PUNTI 8


Le soluzioni dovranno pervenire mediante un commento
da inviare entro le ore 24.00 di martedì 22 gennaio 2008.


I concorrenti non registrati potranno partecipare identificandosi con il proprio indirizzo e-mail o con il proprio nome e cognome.
Nell'attesa delle soluzioni provate a risolvere:
GLI ANAGRAMMI DI "LEONE DA CAGLI"
FARE 13 AL TOTOCA … GLI

Anagrammando le frasi o parole maiuscole che seguono,
troverete altrettanti luoghi caratteristici di Cagli.
Dài, provate a far 13!:

Nome: 5, 7
Chi, la bellissima Feldman?
- SPOSAR TAMARA –

Nome: 8
Ma come t’ha fatto i capelli quel cane di barbiere?
- A SCALINO! -

Nome: 5, 8
Ortopedico (o massaggiatore)… in pensione
- RIPARAVO TOTTI -

Nome: 6
Poker a coppie…
- NOI? CIP! -

Nome: 8
Le schede elettorali?
- PILOTATE -

Nome: 4
Quello che Gesù maledì?
- FICO -

Nome: 11
Foreste indiane…
- TANE DI TIGRI -

Nome: 7
Noi, che non vogliamo crescere
- PAN C’AMA -

Nome: 5
Colleziono gelosamente tutti i vecchi campioni del tennis.
Che siano Mc Enroe …
- … O BORG -

Nome: 8
Per non dire di peggio
- IRRITATO -

Nome: 6
Cosa fa l’enigmistica all’ingegno? Lo …
- … AGUZZA -

Nome: 7
Benevento…
- … E’ IRPINA -

Nome: 5, 3, 5
Rivestiti Emilio!
- FEDE MOLTO NUDO -

Soluzioni:

FARE 13 AL TOTOCA … GLI

- SPOSAR TAMARA = PORTA MASSARA
- A SCALINO = CASALINO
- RIPARAVO TOTTI = PORTA VITTORIA
- NOI? CIP! = PINCIO
- PILOTATE = PIOLETTA
- FICO = FOCI
- TANE DI TIGRI = GIARDINETTI
- PAN C’AMA = CAMPANA
- … O BORG = BORGO
- IRRITATO = TIRATORI
- AGUZZA = GUAZZA
- … E’ IRPINA = PIRINEA
- FEDE MOLTO NUDO = FONTE DEL DUOMO

MUORE CON FISCHER ANCHE UN PO' DELLA NOSTRA GIOVINEZZA

Dedicato ai tanti, tantissimi scacchisti ultracinquantenni della nostra provincia
.

Fischer, barba bianca ed incolta, come era oggi.

La prematura scomparsa del genio Bobby Fischer - avrebbe compiuto 65 anni il 9 marzo - non passa inosservata nemmeno per le centinaia di nostri appassionati che con minore o maggior frequenza e talento, amano dilettarsi con il Gioco dei Re. Ricordo che scoprii gli scacchi proprio in quel remoto 1972, alla tarda età di 27 anni, grazie al mio fratello e maestro Francesco Maria. Orfani di padre da 8 anni, di lui conservavamo gelosamente una pregiata versione francese di pezzi lignei. Scrivevamo ogni singola mossa nel block-notes e non possedendo il classico orologio degli scacchi a due quadranti, sopperivamo goffamente con quello da polso nella sua funzione di cronometro. Il contemporaneo crescendo di imprese di Fischer che a Rejkyavik stava "day by day" disintegrando il grande campione russo Boris Spasskij (persona squisita che poi avemmo il piacere di conoscere personalmente a Reggio Emilia alla fine degli anni '70), dopo una clamorosa rimonta di 2 sconfitte iniziali (una senza giocare), non facevano che soffiare sulle ardenti braci del nostro giovanile entusiasmo. Qui da noi, come del resto in Italia e nel mondo, più della metà dei praticanti oggi ultracinquantenni, devono la loro confidenza con il gioco a quella sfida ormai entrata nella mitologia commemorativa. 3 anni più tardi, nel 1975, dovendo difendere il titolo contro l'astro nascente Anatolij Karpov (con cui ebbi la tanto incredibile quanto immeritata fortuna di pareggiare a Modena nel gennaio 1991), pupillo del 2 volte capo di stato Leonid Breznev, Fischer si dileguò e la sua vita divenne un inarrestabile crescendo di mistero e scelleratezza. Sì, con lui muore una parte della nostra giovinezza. Quella capace di credere che se davvero Dio arma la mano di David (lo statunitense che contava sulle sue sole forze), per Golia (lo Spasskij che aveva con sé la gigantesca ed invincibile macchina da guerra della scuola sovietica) non c'è che la irrimediabile sconfitta.

Leone Pantaleoni
Presidente Circolo Scacchistico Pesarese

B.Fischer negli anni '70

sabato 19 gennaio 2008

IO, CATTOLICO PRATICANTE, SULLA QUESTIONE DELLA MANCATA VISITA DEL PAPA ALLA SAPIENZA LA PENSO COSI’


Bisogna riconoscere che i signori de La Sapienza non si sono mossi come ci si sarebbe aspettati da gente di quella levatura: da un lato il tentativo di un uso strumentale della figura del Papa per fini promozionali dell’istituto, dall’altro eccessi di intolleranza da parte di una minoranza di professori e studenti. Un quadro certamente sfavorevole e quanto mai inadeguato per ricevere un personaggio particolare come il Papa che oltre ad essere un Capo di Stato è il Rappresentante assoluto della Chiesa Cattolica. Il fatto che l’invito rivolto dal Rettore sia stato in un primo momento accolto dal Papa, nonostante tutto, andava, secondo me, nella giusta direzione: una presenza, pur scomoda per il Papa, in un luogo dov’è aperto il confronto fra scienza e fede. Un conflitto fra laici, beninteso, non fra religiosi e laici; non fra il Papa e gli scienziati. Ed in quel luogo il Papa, invitato, aveva scelto di andare proprio per sostenere le ragioni della fede, come naturalmente gli compete; ovvero per sostenere la posizione di una parte di quegli scienziati contro l’altra. Niente di più logico, credo io.
Ma poi c’è stato il ripensamento, con conseguenze disastrose che erano quanto mai prevedibili e assolutamente da evitare. Qualcuno deve aver suggerito al Papa che, di fronte ad una partecipazione scomoda all’evento, c’era l’altra soluzione, ad alto effetto mediatico, di rifiutare l’invito. Perché ora per colpa di un pugno di dissidenti si sta facendo passare La Sapienza, di più, l’università italiana, ancora di più, lo Stato italiano, come intollerante, che non ha dato modo nientemeno che al Papa di parlare. Perché questo ripensamento? Timore per la vita del Papa? Paura di non poter reggere il confronto? Non prendiamoci in giro. Quanto alla possibilità di parlare, non mi risulta che sia stato ritirato l’invito per il Papa ad andare; e già ieri quello che avrebbe detto il Papa, se fosse andato, era su tutti i giornali. E il Papa continuerà a parlare all’Angelus dalla solita finestra, senza possibilità di replica, come sempre. Poi sono subito comparsi i vari Buttiglione, i Ferrara, fiancheggiati da Mons. Fisichella, dal Card. Ruini, a soffiare sul fuoco, a battere il ferro, ad accusare la sinistra di malcelate responsabilità di questo episodio di intolleranza. Eccolo qua il vero motivo del ripensamento. Era tutto previsto.
E il Papa? Non ci sono più gli Apostoli di una volta!







Ma il nostro Leone da Cagli che, oltre ad essere geniale enigmista, come ho già detto è anche agguerrito paladino di Santa Romana Chiesa non è della mia opinione; ecco cosa ci scrive:





BENEDETTA UNIdiVERSITA’

Ci si obietterà, non senza contorno di espressiva smorfietta di disgusto, che Valentino Rossi non c’entra. Che lui è il nostro campione planetario e che, in quanto tale, non si tocca. Anzi, che soltanto a sfiorarlo, oltre che a rivelarsi autentici autolesionisti, si fa la figura barbina del “path” (contrazione più criptica che enigmistica della volgare parola con chiare finalità anti diseducative) come egli stesso grida al suo compare un uno spot che ci martella da mane a sera proprio in questi giorni. Però, se soltanto pensiamo alla odierna università italiana (il minuscolo è d’obbligo) che impedisce ad un papa, e, quasi non bastasse, della levatura culturale di Joseph Ratzinger, di leggere il suo discorso, mentre a uno come il Nostro ha di sua sponte consegnato una laurea honoris causa per il talento motociclistico, testualmente motivando: “Nel creare eventi spettacolari, costruendo spazi di teatralizzazione capaci di muovere un’ondata comunicativa che valica le frontiere dei media nazionali”, beh, a noi non si muove nessuna ondata comunicativa, bensì qualcos’altro di ben più anatomico, fisiologico e spoetizzante.

Leone Pantaleoni

…e da Leone è arrivata anche la replica



PAPISTA?

NO, NON E' QUELLA LA PISTA…
Edulcorata da sempre gradito affetto amicale e indorata da sempre opportuna ironia, ho comunque dovuto buttar giù la pillola amara. Quella di essere rivestito del titolo (armatura?) di "agguerrito paladino di Santa Romana Chiesa". Anche perchè la consonanza - e non soltanto acustica - con quel Sacro Romano Impero che tanto - ma proprio tanto - rimanda al potere della Chiesa temporale, che certo la Chiesa ha anche prepotentemente esercitato, appare innegabile.
Tutto ciò è inevitabile premessa per la proposizione di un minimo dibattito. C'è un punto, però, che vorrei chiarire. A prescindere, come diceva Totò. Non ritengo mai ammissibile tradurre ciò che la Chiesa fa o dice in una chiave preminentemente politica. Dove per preminenza intendo quel più malizioso che smaliziato presupposto che colloca in secondo piano tutto il resto. Anche perchè in quel "tutto il resto" c'è ad esempio il sensus fidei. Quello stesso che è patrimonio dei poveri di spirito. Tanto cretini per il dotto Piergiorgio Odifreddi. Tanto cari alla Maria del Magnificat ed al Gesù della Montagna. Il sensus fidei, così sfuggente e incomprensibile a chi ragiona sul cristianesimo con le categorie della politica e della sociologia! Come non riconoscere che la Chiesa deve difendere - e sottolineo deve - gli imprescindibili principi ad Essa consegnati non da opinabili filosofi ma da un Rivelatore, unico depositario di verità? Nel fare ciò - è inevitabile - confligge con la politica. Cosicché la politica sgomita. Inalberandosi. Sbuffa. Protesta. Dice che il debordante papa deve razzolare entro il recinto che gli è stato riservato. Pena il ritorno in cella, foss’anche – se occorre – quella di rigore.
Salvo poi riferirsi “autorevolissimevolmente” a Lui, il Papa (stavolta la “p” è maiuscola), quando ciò che dice porta consensi. E i consensi, voti.
Ma allora, quale altra strada rimarrebbe alla Chiesa? Quella di andare a nascondersi sotto il moggio? Quella di tacere? Sistematicamente? Quella di patteggiare ciò che non può che essere così com’è?
Di rifugiarsi - masturbatoriamente - nei suoi riti liturgici, tanto sapidi di volatile incenso quanto insipidi di concreta valenza? Oppure quella di ridursi a mero luogo di ricovero, dove il pauperismo ha scalzato il trascendente al punto che il sacerdote non ha più nulla da dire e testimoniare che non direbbe e testimonierebbe un pur stimabilissimo assistente sociale? Il concetto cresimale di Soldato di Cristo è forse riferito all’arruolamento alle crociate per la difesa del Santo Sepolcro? Oppure alla preservazione, fino al martirio, del legame con Cristo? Sappiamo bene che la Chiesa animata dallo Spirito Santo è quella stessa scandalosamente affidata a Pietro e Paolo. E cioè al Simone traditore pentito ed al Saulo persecutore convertito. Si tratta di quella potenza e sapienza di Dio che tra il canto di un gallo e la caduta da un cavallo fanno rima con scandalo e follia. La croce che diventa spada è componente aberrante, d’accordo. Ma non illudiamoci, Adamo, e la sua progenie, la portano comunque con sé. Nei loro visceri. Perché il loro sangue è contaminato. Ecco perché ci si deve giocoforza affidare alle Viscere ed al Sangue di un Altro.
Chiedo venia per la inesaustiva e non richiesta omelia (- Io, se voglio sentire una predica, vado in chiesa! -) da prete mancato. C'è sempre il rischio della noia delle cose risentite e della presupponenza delle verità possedute. Ragion per cui - Buttiglione dei poveri che sono stato nella circostanza - mi si dia pure del noioso e del presupponente. Ma non del papista.

Leone Pantaleoni

Ma allora ditemi voi se è, o non è, “agguerrito” !
Ciao Leone.


Leggi il testo dell'allocuzione che il Santo Padre Benedetto XVI avrebbe pronunciato nel corso della Visita all’Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, prevista per il 17 gennaio, poi annullata in data 15 gennaio 2008:

http://www.fanodiocesi.it/wp-content/uploads/discorso-del-papa-inviato-alluniversita-la-sapienza.pdf




giovedì 17 gennaio 2008

ECCO IL 3° SET DEL CONCORSO A PREMI DI LEONE DA CAGLI



Il regolamento è stato pubblicato l’11 gennaio 2008.

ECCO LE SOLUZIONI DEL 2° set:


REBUS 3
Chiave risolutiva:
“VI, sitar; S, chi ara”

Frase risultante (soluzione):
-VISITAR S.CHIARA –


REBUS 4

Chiave risolutiva:
“O, pere; PIT, tori; CH è diga; etano, L; api, S”

Frase risultante (soluzione):
- OPERE PITTORICHE DI GAETANO LAPIS -

ed ecco il 3° set

REBUS 5
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 5 6)



PUNTI 4



REBUS 6
Rebus con asterisco
di Leone da Cagli (Frase: 1. 6)


Secondo Esiodo, Achille e l’eroe di Itaca erano esseri sovrumani…

PUNTI 10


Le soluzioni dovranno pervenire mediante un commento
da inviare entro le ore 24.00 di sabato 19 gennaio 2008.

I concorrenti non registrati potranno partecipare identificandosi con il proprio indirizzo e-mail o con il proprio nome e cognome.
FUORI CONCORSO

Mentre aspettate i risultati del 3° set provate a risolvere
GLI ANAGRAMMI DI "LEONE DA CAGLI"

IL GIRO DELLE 7 CHIESE

I brani stralciati che seguono, oltre ad aprire uno spiraglio su quella che è la nostra vita quotidiana di occupanti un edificio di residenza, contengono, anagrammato e in neretto, il nome di sette chiese cagliesi. A voi il compito di scoprirle.

VITA DI CONDOMINIO

Il ragionier Rossi alla moglie, quasi sottovoce, dopo un'occhiata allo spioncino: "C'è il fiocco rosa nella porta accanto: chi sarà nata?".

La portiera ribattendo alla Signorina (zitella) Bianchi che aveva protestato col dire: "Quei gattacci hanno invaso il palazzo e ne combinano di tutti i colori!": "Non esageri, fan sol pipì!".

Botta e risposta (sarcastica) fra il commercialista e suo figlio mentre escono dallo studio del 3° piano: " Domani sì, ti faccio la denuncia!". "Me la fai? Ma se ... condoni a tutti!".

La portiera a un'inquilina, la mattina della vigilia di Natale: "Non vedo l'ora che arrivi stasera: sarà tombolone!".

Il nipote del ragioniere che occupa l'attico: " Ho spaccato il vetro dell'ingresso con una pallonata: ora son grane, zio! ".

La portiera ad una neo inquilina: " Qui fan cessar con denunce la brutta abitudine di gettar molliche dalla finestra! ".
Soluzioni:
IL GIRO DELLE SETTE CHIESE:

- Chi sarà nata? = Santa Chiara
- Fan sol pipì! = San Filippo
- Domani sì, ti = Sant'Imidio
- Ma se ... condoni = San Domenico
- Sarà tombolone! = San Bartolomeo
- Son grane, zio! = San Geronzio
- Fan cessar con = San Francesco

FINALMENTE E’ TORNATO CAGLI DUEMILA

Da ieri è ripreso a pieno ritmo l’aggiornamento del sito di


CAGLI DUEMILA

Ci mancavano le foto curiose e le chicche che era solito passarci puntualmente il noto autore del sito e che per troppo tempo ci aveva lasciati a bocca asciutta. Ora speriamo che voglia continuare con lo stesso entusiasmo di qualche mese fa.
Però attenzione: per vedere bene il sito di Cagli Duemila non usate eventuali accessi dalla cartella “preferiti” perché avreste problemi. Dovete invece digitare l’intero indirizzo (http://www.cagliduemila.it/) sulla barra di Explorer.
Buona lettura.

martedì 15 gennaio 2008

DIETRO IL GALILEO DEL MITO C'E' IL GALILEI DELLA STORIA


Proprio questi giorni, quando sta montando la polemica di alcuni docenti contro la visita di Papa Benedetto XVI all’Università La Sapienza di Roma, Leone ci vuole dimostrare che se la Chiesa si è irrigidita in passato in posizioni rivelatesi in seguito errate, c’è stato anche chi ha manipolato la storia per usarla a sua volta contro la Chiesa.
Rimane il fatto che la Chiesa ha temporeggiato 350 anni prima di rimediare a quell’errore. E se finalmente un Papa come Giovanni Paolo II ha saputo compiere il giusto passo (leggi le sue parole qui sotto), ora Papa Ratzinger sembrerebbe andare contro corrente avendo ripreso un’affermazione di Feyerabend secondo il quale all’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo, quindi il processo contro Galileo sarebbe stato ragionevole e giusto.
Ora il processo a Galilei viene generalmente interpretato come la lotta del libero pensiero contro ogni costrizione esterna. Da qui le contestazioni dei docenti de La Sapienza.
Ma Benedetto XVI, giustamente, non si fermerà e porterà la voce della Chiesa dove la sua missione gli impone.

discorso di Giovanni Paolo II del 31 ottobre 1992, anno di celebrazione del 350° anniversario della morte di Galileo:

“Ci si meraviglierà forse che (…) io ritorni sul caso Galileo. Non è questo caso archiviato da tempo e gli errori commessi non sono stati riconosciuti? Certo, questo è vero. Tuttavia, i problemi soggiacenti a quel caso toccano la natura della scienza come quella del messaggio della fede. Non è dunque da escludere che ci si trovi un giorno davanti ad una situazione analoga, che richiederà agli uni e agli altri una conoscenza consapevole del campo e dei limiti delle rispettive competenze (…)”.
“… il caso Galileo ha costituito una sorta di mito, nel quale l’immagine degli avvenimenti che ci si era costruita era abbastanza lontana dalla realtà. In tale prospettiva il caso Galileo era il simbolo del preteso rifiuto, da parte della Chiesa, del progresso scientifico, oppure dell’oscurantismo “dogmatico” opposto alla libera ricerca della verità. Questo mito ha giocato un ruolo culturale considerevole; esso ha contribuito ad ancorare parecchi uomini di scienza in buona fede all’idea che ci fosse incompatibilità tra lo spirito della scienza e la sua etica di ricerca, da un lato, e la fede cristiana dall’altro. Una tragica reciproca incomprensione è stata interpretata come il riflesso di una opposizione costitutiva tra scienza e fede. Le chiarificazioni apportate dai recenti studi storici ci permettono di affermare che tale doloroso malinteso appartiene ormai al passato (…)”.


Ed ecco cosa vuole dirci Leone su Galileo:

"Quante menzogne su di lui dai detrattori della Chiesa e dai sostenitori dell'incomunicabilità fra scienza e fede.
Anche in questi giorni, quante menzogne su Galileo Galilei, pur di colpire la "ingombrante" Chiesa e ribadire il falso assioma della insanabile incomunicabilità fra scienza e fede!
La famosa esclamazione "Eppur si muove!"?
E' una invenzione bella e buona partorita a Londra nel 1757.
Lo scienziato sottoposto a torture fisiche e psicologiche?
Egli non fece un solo giorno di carcere e non subì violenze fisiche di alcun genere. Fu anzi ospitato, durante il processo, a cura della Santa Sede, in un alloggio di 5 stanze con vista sui giardini vaticani.
Le argomentazioni che Galileo portò a sostegno della sua giusta tesi copernicana (terra e pianeti che ruotano attorno al sole) contro quella tolemaica (che sosteneva l'opposto contrario) erano comunque sbagliate perchè poggianti sul flusso delle maree dovuto, a suo dire, allo "scuotimento" delle acque provocato dal moto terrestre. Non si dimentichi che solo nel 1851, con quel pendolo di Foucault tanto caro a Umberto Eco, si ebbe la prima inconfutabile prova sperimentale della rotazione terrestre. E che tra i dieci cardinali chiamati a giudicarlo - tre dei quali avevano addirittura votato per il suo proscioglimento! - c'erano uomini di scienza non inferiore alla sua. Un'assoluzione con formula piena di Santa Romana Chiesa, allora? Un colpo di cancellino su quegli sgranati acini del rosario laicista che si chiamano Torquemada, Alessandro VI (papa Borgia), Giordano Bruno, Pizarro e Cortés?
No, niente di tutto questo. Si tratta soltanto di restituire Galieo al Galilei della storia, distruggendone la fantastica e strumentale interpretazione che, al pari di tutti i miti, inesorabilmente sconfina nelle sempre rovinose utopie".

Leone Pantaleoni
Sindonologo



Non solo enigmista il nostro Leone è quindi anche attento paladino di Santa Romana Chiesa e appassionato studioso della Sindone, il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è impressa la figura del cadavere di un uomo torturato e crocifisso.
Da secoli, ed ancora oggi ci si pone la domanda: che
cos'è questo misterioso lenzuolo?
La ipotesi che dovrebbe avere avvolto il corpo di Gesù Cristo nel Sepolcro ove rimase nei tre giorni prima della Resurrezione affascina molti, fra i quali Leone, che però non si accontenta di porsi il quesito ma cerca anche di darsi una risposta. E su questo argomento proprio Leone terrà a Cagli una conferenza poco prima di Pasqua, il 17 marzo, presso l’Aula Magna della Scuola Media in piazza San Francesco alle ore 16.00.

lunedì 14 gennaio 2008

ECCO IL 2° SET DEL CONCORSO A PREMI DI LEONE DA CAGLI

Il regolamento è stato pubblicato l’11 gennaio 2008.
SOLUZIONI DEL 1° set:

REBUS 1
Chiave risolutiva:
“S, Cagli; A, rana; tè, MI”

Frase risultante (soluzione):
-SCAGLIAR ANATEMI -

REBUS 2
Chiave risolutiva:
“MO, strada; NTI Cagli è”

Frase risultante (soluzione):
-MOSTRA D’ANTICAGLIE –





ED ORA ECCO IL 2° set:


REBUS 3
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 7 1.6)

PUNTI 7


REBUS 4
Rebus di Leone da Cagli (Frase: 5 10 2 7 5)

PUNTI 6

Le soluzioni dovranno pervenire mediante un commento
da inviare entro le ore 24.00 di mercoledì 16 gennaio 2008

venerdì 11 gennaio 2008

LEONE DA CAGLI INDICE UN CONCORSO A PREMI



L’inesauribile inventiva del nostro concittadino enigmista questa volta ha escogitato un mezzo per mettere alla prova l’abilità degli amici di VIVEREACAGLI come solutori di rebus.


Il più bravo sarà premiato da Leone con una copia del suo libro “Pantantirebus”.


Regolamento:

  1. Verranno proposti in successione 10 rebus inediti di Leone Pantaleoni. Da sempre il "Leone da Cagli" della "Settimana Enigmistica".
  2. A ciascun rebus, in base al grado di difficoltà, verrà attribuito un punteggio da 1 a 10 e verrà indicato un tempo massimo entro il quale inviare le risposte.
  3. I rebus verranno proposti in coppie, a distanza di tre giorni, durante i quali i concorrenti potranno inviare le loro soluzioni attraverso i “commenti”.
  4. I concorrenti non registrati potranno partecipare identificandosi con il proprio indirizzo e-mail o con il proprio nome e cognome.
  5. Scaduti i tre giorni verranno indicate le soluzioni, verranno assegnati i punteggi, verrà pubblicata la classifica provvisoria e verrà proposta un’altra coppia di rebus da risolvere.
  6. A fine tragitto(10 rebus), al primo classificato (o a tutti i primi pari merito), verrà spedito in omaggio il libro "Pantantirebus", comprensivo di versione in dvd.

E allora in bocca al lupo! Anzi, al ... Leone!


1° set

REBUS 1
Rebus di Leone da Cagli
(Frase: 8 7)

PUNTI 5

REBUS 2
Rebus di Leone da Cagli
(Frase: 6 1’10)



PUNTI 6

Le soluzioni dovranno pervenire mediante un commento da inviare
entro le ore 24.00
di domenica 13 gennaio 2008
I concorrenti non registrati potranno partecipare identificandosi con il proprio indirizzo e-mail o con il proprio nome e cognome.

giovedì 10 gennaio 2008

IL MUSICAL “IL CONTE DI MONTECRISTO” DOMENICA 13 GENNAIO A CAGLI IN ANTEPRIMA ASSOLUTA

Chiara di Bari

Fonte: Il Resto del Carlino
Uno dei più grandi capolavori della letteratura internazionale messo in scena con un cast di interpreti straordinari diretti dalla regia di Gino Landi, al teatro comunale di Cagli dal 10 al 13 gennaio per l'ultima sessione di prove, aperta al pubblico. Il debutto ufficiale al Brancaccio di Roma il 18 gennaio
La Cagli Teatro Commission Marche partecipa alla grande produzione italiana del musical “Il Conte di Montecristo Il musical”, uno dei più grandi capolavori della letteratura internazionale messo in scena con un cast di interpreti straordinari - tra cui Chiara Di Bari (nella foto) già Esmeralda in 'Notre Dame de Paris' - sotto la regia di Gino Landi.
Il debutto nazionale sarà il prossimo 18 gennaio
al Brancaccio di Roma
con anteprima a porte chiuse il 17.

Ma Il Conte di Montecristo sarà dal 10 al 13 gennaio
al Teatro comunale di Cagli
per l’ultima sessione di prove che saranno aperte al pubblico giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12
Inoltre una serata speciale,
una sorta di anteprima assoluta nazionale
è organizzata
domenica 13 alle ore 16.
La massima espressione della creatività italiana ha fuso stile, classe, professionalità e qualità per mettere in scena un’opera teatrale che mai prima d’ora ha visto un cast composto da così tanti professionisti del musical dove passione e vendetta, amore e riscatto, sono i sentimenti che animano l’intero spettacolo. Il Musical magistralmente diretto da Gino Landi, è nato dalla penna e dal talento di Robert Steiner, autore dei testi e interprete nel ruolo di Edmond Dantès. A Francesco Marchetti, direttore d’orchestra per il Festival di Sanremo, sono affidate le orchestrazioni delle musiche. La produzione è della New Backstage Productions che ha creduto nelle enormi potenzialità del capolavoro di Dumas e ha deciso di investire importanti risorse per realizzare la trasposizione teatrale di un’opera ormai intramontabile. Il cast è prestigioso, selezionato tra i più grandi professionisti del settore sia in ambito nazionale che internazionale e tra le più promettenti giovani leve. Composto da oltre 30 artisti, tra interpreti, acrobati e stuntmen coordinati da uno dei più grandi stunt coordinator a oggi esistenti. Nel cast la giovanissima attrice Chiara di Bari che nel 2002 è entrata a far parte del cast italiano di “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, lavorandovi fino al gennaio 2005 nei ruoli della zingara Esmeralda e Fiordaliso. Le musiche de 'Il Conte di Montecristo Il musical', creando atmosfere ora operistiche, ora classiche, fino ad arrivare al pop, conferiscono allo spettacolo le magiche atmosfere di Broadway. Colpendo lo spettatore nella mente e nel cuore. I costumi, specchio sì dei tempi, pur essendo stati concepiti in modo classico hanno l’anima propria dell’attualità, con linee agili e moderni tessuti ma senza il pericolo di sconvolgere la magnifica opera di Dumas. Le scenografie, firmate da Cappellini e Licheri, sono stupefacenti, con movimenti e cambi scena degni di un film, pur conservando leggerezza e fluidità proprie di una pièce teatrale così importante. La tournee avrà inizio al teatro Brancaccio di Roma il 18 gennaio toccando le maggiori città italiane: Napoli, Torino, Brescia, Catania e Milano al Teatro degli Arcimboldi.
Cast (una rappresentanza) :
Chiara di Bari, Robert Steiner, Pierpaolo Lopatriello, Serafina Frassica, Simone Sibillano, Simone Leonardi, Cristian Ruiz, Nicola Ciulla, Simone di Francesco, Daniela Ferri, Andrea Rizzoli, Dario Ciotoli, Gianluca Simon, Sabrina de Siena, Laurent Bàn, Eliana Ghione, Domenico di Santo, Marcello Piras, Francesco Vitello, Vito J. Pepe, Elena Ronchetti, Adele Vitale, Patrizio Piraino, Alessandro Schiesaro, Marco Manca, Claudio Finocchiaro, Alessia Pavone, Francesco Mazzei, Sandro di Lucia, Andrea Macaluso, Francesca Pignatelli.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Ufficio Cultura Comune di Cagli tel. 0721 780731
Botteghino del Teatro di Cagli tel. 0721 781341
aperto due giorni prima dell'evento dalle17 alle 19.30
Il giorno di spettacolo anche dalle 10 alle 12.30
Sito ufficiale del musical

martedì 8 gennaio 2008

L’ANNO 2008 BISESTILE NON POTEVA NON STIMOLARE LA FANTASIA DI LEONE DA CAGLI





BISESTILE, SEI IL MIGLIORE!
Ritenuto funesto dalla proverbistica, l'anno con il 29 febbraio trova invece la piena considerazione del mondo edipico

Tipetto arzillo e curioso questo 2008.
Perchè bisestile, intendiamo.

Si sa che l'anno astronomico dura 6 ore (per la precisione 5 ore, 48 minuti e 46 secondi), ragion per cui, ogni 4 anni di calendario gregoriano, al calendario gregoriano necessita il ricarico di un giorno. Attenzione, però: perchè per essere degno di chiamarsi bisestile, bisogna che l'anno sia espresso da un numero divisibile per 4 o per 400. Ma non per 100 o 4000. E se è vero che 400 è già divisibile per 4, non è altrettanto vero il contrario. Ecco perchè indicare il 400 non è cosa superflua.

Nei proverbi l'anno bisestile non è considerato fortunato (anno bisesto, anno molesto o funesto). Del resto, provenendo il termine dalla frase latina "Bis sexto die ante Kalendas Martias", se solo si pensa a cosa accadde a Giulio Cesare alle idi di marzo, c'è poco da stare allegri.

Per l'enigmista sembra invece vero il contrario, perché se si riposizionano le lettere di "bisestile", si ottiene l'ibrido complimento: "Sei il best!". Sei il migliore, insomma. Sottinteso, anno bisestile.

Anno che consente ai nati del 29 febbraio di festeggiare - finalmente! - il loro compleanno nell'esatto giorno.

A proposito, forse non tutti i pesaresi ricordano che il loro personaggio più qualificante, Gioacchino Rossini, è nato proprio un 29 di febbraio. Quello del 1792, per la cronologia storica. Allorché il capitano del genio Claude Joseph Rouget de Lisle terminava di comporre la trascinante Marsigliese. Quella stessa cantata da Zidane la sera della sua zuccata "bis...ostile" (nemica? di più: due volte nemica!) a Materassi.

Leone Pantaleoni
Enigmista




Ma le risorse di Leone non finiscono qui:


ELUCUBRAZIONI EDIPICHE D’INZIO D’ANNO

Una lettera dell'alfabeto che si sconsiglia vivamente di non dare in pasto all'enigmista





SI FA PRESTO A DIRE ENNE




l'odierna lettera enne (minuscola) trae origine dalla grafia arrotondata che era usata nei manoscritti carolingi. In precedenza vi era soltanto il carattere latino N.







Si fa presto a dire enne. Tanto per cominciare in buon anno ce ne sono tre
e nel ricorrente errore "Cercasi volontari" invece del corretto "Cercansi volontari" ce n'è una in meno.
Ma nelle mani dell'enigmista la enne ha dell'altro da dire. Vediamo.
Per l'amante delle crittografie "N" può significare:
sol enne (solenne)
e, meglio ancora:
messa (nel senso di posta lì, davanti agli occhi del solutore) sol enne (messa solenne).
Potrebbe aversi anche:
sta lì N (Stalin),
tanto per saltare a pie' pari dal sacro al profano.
E a proposito di Fano, senza la enne essa diventa FAO (l'organizzazione delle Nazioni Unite, acronimo di "Food and Agriculture Organization")
mentre Urbino si riduce ad urbio (termine che col prefisso sub vale suburbio e cioè l'insieme dei sobborghi intorno al centro abitato).
Passando alle scienze esatte, simbolo dell'azoto, la enne potrebbe rivoluzionare la tabella degli elementi con buona pace del famoso chimico Mendeleev.
N è infatti metano se considerata la metà di NO (la prima parte della parolina "NO", insomma). Ma per l'identica ragione N potrebbe essere l'ossigeno il cui simbolo è "O". Visto che anche "O", proprio come "N", è la metà di NO.
E in barba alle scienze esatte, che confusione, allora, fra metano, ossigeno e azoto!

L'enigmista rammenta infine che la più accattivante crittografia di N è una ricorrente frase di quattro parole. Nell'ordine, di 2, 4 , 2 e 9 lettere. E cioè: "La nona di Beethoven" (N è infatti la nona lettera della parola Beethoven, contare per credere).
Siamo nella terra di Rossini, e se per stavolta gli è stato anteposto il degno "collega" germanico, il Cigno non diventerà arcigno e capirà che ne valeva davvero la pena.

Leone Pantaleoni


ORA RISOLVETE QUESTO FACILE REBUS:

lunedì 7 gennaio 2008

LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER L’ULTIMO ROMANZO DI JOANNE KATHLEEN ROWLING PROVOCA FASTIDIOSI DISTURBI GASTRICI A LEONE DA CAGLI

Dopo le orgiastiche celebrazioni inscenate per l'ultimo romanzo della Saga non chiamiamo più maghetto il giovane eroe ma magone.

.


.

HARRYPOTTERISTA? NO, GRAZIE

"Ammettendo due sole accezioni, sul termine "magone" non è che il vocabolario si sprechi più di tanto. Alla versione "ventriglio di pollo" aggiunge quella di "Accoramento, dispiacere, come di peso che resti sullo stomaco". Non per nulla magen, in tedesco, significa, appunto, stomaco. Ma nulla a che vedere, a quanto pare con la parola "mago" di cui, pure, è accrescitivo. Mago rimanda infatti al personaggio mitico e favoloso, cui si attribuivano potere e sapienza soprannaturali. Si vedano Merlino e Atlante nella sua personificazione maschile ed Alcina e Melissa in quella femminile. Enigmisticamente parlando le lettere che compongono "magone" danzano da far invidia agli ospiti di Milly Carlucci e possono ad esempio ricomporsi in gomena, genoma, gemano (dal verbo gemere) ed in due città, quella friulana di Gemona e quella piemontese di Omegna. Per sottrazione ed aggiunta di consonante magone diventa rispettivamente agone (nel senso di lotta e non di ... grosso ago) e magrone (un tipo alla Fassino, per intenderci). Oppure il più spoetizzante che dialettale cagone. Uscendo dalla parentesi edipica, il diminutivo di magone è maghetto e quando si dice maghetto si dice Harry Potter.



A proposito, abbiamo preso atto, non senza un po' di disgusto ("Harrypottersti? No, grazie"), delle orgiastiche celebrazioni inscenate nell'attesa del settimo ed ultimo romanzo della Saga.

Ebbene, non me ne vogliano gli amici librai, ma proponiamo, seduta stante, di non chiamare più maghetto il giovane eroe. Bensì magone.

E, in barba ai dotti linguisti, proprio in quella derivazione etimologica che essi escludono a priori. Vale a dire di indigeribile groppo, insopportabilmente insistente sul più importante dei nostri organi deputati alle sempre delicate e spesso laboriose funzioni digestive".
Leone Pantaleoni
Enigmista

Con questo non è che Leone non apprezzi i romanzi su Herry Potter, ma veramente certe eccessive trovate pubblicitarie alle quali ormai ci stiamo abituando sono indiscutibilmente fastidiose.
Va però detto che proprio Pesaro, l’attuale città di Leone, non poteva rimanere indifferente a questo evento dal momento che l’illustratrice della fortunata saga è Serena Riglietti, di origine pavese ma che vive a Pesaro ormai da quasi trent’anni, ed insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.

http://www.serenariglietti.it/serena_riglietti/serena_riglietti.html

sabato 5 gennaio 2008

BEFANAGRAMMI DI LEONE DA CAGLI



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E’ così che l’enigmista cagliese vede la Vecchia che il 6 gennaio mette i doni nella calza :
"Sfogliando una Guida Monaci

mi distraggo un attimo e penso: - Se soltanto la Befana si chiamasse Monica (la Bellucci? Ma no, mica quella! Figurarsi!),
smettesse di lagnarsi (- Sono in coma, quanta strada macino! -)
e si decidesse una buona volta a cavalcare il sedile di guida d’un camion invece della scopa, onde evitare che il manico le s’incastri nel buco del camino! -.
Quindi mi accorgo che Monaci, Monica, no mica, in coma, macino, camion, manico e camino sono paroline e frasette formate dalle medesime lettere cambiate di posto.

Sì, sei lettere, proprio come altrettanti sono i giorni fin ora consumati da gennaio.
Enigmisticamente concionando la cosa prende il nome codificato di anagramma.
E nella fattispecie quello inedito di … Befanagramma".

Leone Pantaleoni

LA PASQUELLA - CANTO RITUALE DI QUESTUA

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Stornelli della pasquella (ascolta questo stornello anconetano)

La Pasquella, è un canto legato ai rituali di questua del solstizio d'inverno, che ci lega a testimonianze vive di una cultura popolare che è giusto recuperare nella sua interezza e nel suo reale significato. La consuetudine di questo canto di questua è in via di estinzione, ma è ancora vivo in provincia di Pesaro ed in alcune zone dell'Umbria e della Romagna.Il canto della Pasquella, viene portato da squadre di “cantori”, casa per casa, come augurio di salute, di benessere e di abbondanza, in cambio di piccole offerte di denaro, cibo e vino, destinati al pranzo che conclude la festa. Di solito viene cantato la vigilia di Capodanno (trentuno dicembre) e dell'Epifania (cinque gennaio), da gruppi di questuanti, nella classica formazione di tre elementi: organetto, cembalo, "timpani" (triangolo) e voci maschili. Talvolta gli strumenti accompagnatori sono il "violone", i violini, la fisarmonica o l'organetto. I canti di questua (tra i quali oltre la Pasquella, ricordiamo, il Sant'Antonio, la Passione, il Cantamaggio, e tra il mondo infantile, lo Scacciamarzo) coincidono con alcune date precise del calendario agricolo e sono eventi rituali strettamente legati al ciclo della natura che nasce, muore e risorge e sintetizzano lo stesso ciclo vitale dell'uomo. I caratteri rituali di simili consuetudini sono evidenti: si tratta di forme di propiziazione legate a credenze pre-cristiane e ad antichi riti di fertilità. Ora questi nostri antichi riti vanno inesorabilmente scomparendo a causa delle trasformazioni profonde della società ed in particolare della polverizzazione della civiltà contadina.