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martedì 15 gennaio 2008

DIETRO IL GALILEO DEL MITO C'E' IL GALILEI DELLA STORIA


Proprio questi giorni, quando sta montando la polemica di alcuni docenti contro la visita di Papa Benedetto XVI all’Università La Sapienza di Roma, Leone ci vuole dimostrare che se la Chiesa si è irrigidita in passato in posizioni rivelatesi in seguito errate, c’è stato anche chi ha manipolato la storia per usarla a sua volta contro la Chiesa.
Rimane il fatto che la Chiesa ha temporeggiato 350 anni prima di rimediare a quell’errore. E se finalmente un Papa come Giovanni Paolo II ha saputo compiere il giusto passo (leggi le sue parole qui sotto), ora Papa Ratzinger sembrerebbe andare contro corrente avendo ripreso un’affermazione di Feyerabend secondo il quale all’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo, quindi il processo contro Galileo sarebbe stato ragionevole e giusto.
Ora il processo a Galilei viene generalmente interpretato come la lotta del libero pensiero contro ogni costrizione esterna. Da qui le contestazioni dei docenti de La Sapienza.
Ma Benedetto XVI, giustamente, non si fermerà e porterà la voce della Chiesa dove la sua missione gli impone.

discorso di Giovanni Paolo II del 31 ottobre 1992, anno di celebrazione del 350° anniversario della morte di Galileo:

“Ci si meraviglierà forse che (…) io ritorni sul caso Galileo. Non è questo caso archiviato da tempo e gli errori commessi non sono stati riconosciuti? Certo, questo è vero. Tuttavia, i problemi soggiacenti a quel caso toccano la natura della scienza come quella del messaggio della fede. Non è dunque da escludere che ci si trovi un giorno davanti ad una situazione analoga, che richiederà agli uni e agli altri una conoscenza consapevole del campo e dei limiti delle rispettive competenze (…)”.
“… il caso Galileo ha costituito una sorta di mito, nel quale l’immagine degli avvenimenti che ci si era costruita era abbastanza lontana dalla realtà. In tale prospettiva il caso Galileo era il simbolo del preteso rifiuto, da parte della Chiesa, del progresso scientifico, oppure dell’oscurantismo “dogmatico” opposto alla libera ricerca della verità. Questo mito ha giocato un ruolo culturale considerevole; esso ha contribuito ad ancorare parecchi uomini di scienza in buona fede all’idea che ci fosse incompatibilità tra lo spirito della scienza e la sua etica di ricerca, da un lato, e la fede cristiana dall’altro. Una tragica reciproca incomprensione è stata interpretata come il riflesso di una opposizione costitutiva tra scienza e fede. Le chiarificazioni apportate dai recenti studi storici ci permettono di affermare che tale doloroso malinteso appartiene ormai al passato (…)”.


Ed ecco cosa vuole dirci Leone su Galileo:

"Quante menzogne su di lui dai detrattori della Chiesa e dai sostenitori dell'incomunicabilità fra scienza e fede.
Anche in questi giorni, quante menzogne su Galileo Galilei, pur di colpire la "ingombrante" Chiesa e ribadire il falso assioma della insanabile incomunicabilità fra scienza e fede!
La famosa esclamazione "Eppur si muove!"?
E' una invenzione bella e buona partorita a Londra nel 1757.
Lo scienziato sottoposto a torture fisiche e psicologiche?
Egli non fece un solo giorno di carcere e non subì violenze fisiche di alcun genere. Fu anzi ospitato, durante il processo, a cura della Santa Sede, in un alloggio di 5 stanze con vista sui giardini vaticani.
Le argomentazioni che Galileo portò a sostegno della sua giusta tesi copernicana (terra e pianeti che ruotano attorno al sole) contro quella tolemaica (che sosteneva l'opposto contrario) erano comunque sbagliate perchè poggianti sul flusso delle maree dovuto, a suo dire, allo "scuotimento" delle acque provocato dal moto terrestre. Non si dimentichi che solo nel 1851, con quel pendolo di Foucault tanto caro a Umberto Eco, si ebbe la prima inconfutabile prova sperimentale della rotazione terrestre. E che tra i dieci cardinali chiamati a giudicarlo - tre dei quali avevano addirittura votato per il suo proscioglimento! - c'erano uomini di scienza non inferiore alla sua. Un'assoluzione con formula piena di Santa Romana Chiesa, allora? Un colpo di cancellino su quegli sgranati acini del rosario laicista che si chiamano Torquemada, Alessandro VI (papa Borgia), Giordano Bruno, Pizarro e Cortés?
No, niente di tutto questo. Si tratta soltanto di restituire Galieo al Galilei della storia, distruggendone la fantastica e strumentale interpretazione che, al pari di tutti i miti, inesorabilmente sconfina nelle sempre rovinose utopie".

Leone Pantaleoni
Sindonologo



Non solo enigmista il nostro Leone è quindi anche attento paladino di Santa Romana Chiesa e appassionato studioso della Sindone, il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è impressa la figura del cadavere di un uomo torturato e crocifisso.
Da secoli, ed ancora oggi ci si pone la domanda: che
cos'è questo misterioso lenzuolo?
La ipotesi che dovrebbe avere avvolto il corpo di Gesù Cristo nel Sepolcro ove rimase nei tre giorni prima della Resurrezione affascina molti, fra i quali Leone, che però non si accontenta di porsi il quesito ma cerca anche di darsi una risposta. E su questo argomento proprio Leone terrà a Cagli una conferenza poco prima di Pasqua, il 17 marzo, presso l’Aula Magna della Scuola Media in piazza San Francesco alle ore 16.00.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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