Nuove promesse sulla Sanità Regionale.

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Cambio di passo o vuota propaganda?

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San Leo. Un toponimo da recuperare.

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

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RADUNO ANA A CAGLI

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Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Dal 2 al 24 settembre 2017

venerdì 25 luglio 2008

Piano dei trasporti: chi lo ha pensato?

È stato approvato qualche settimana fa il piano provinciale dei trasporti, atto lodevole che punta alla razionalizzazione e al miglioramento dei servizi di trasporto pubblico... però, come molte volte accade, per i motivi più diversi, non sempre i due obiettivi sono raggiunti, o almeno non del tutto. Si ha la sensazione che il primo obiettivo possa essere perseguito, per quello che riguarda le zone interne della provincia, partendo sempre da un diritto di livello più basso rispetto agli abitanti delle zone costiere.

Aumentare il numero delle corse è indubbiamente un potenziamento del servizio, ma sul miglioramento permangono dubbi. Infatti se all’aumento delle corse da e per Pesaro, ovvio punto di riferimento, gli abitanti dell’entroterra debbono effettuare cambi a Calmazzo, Bivio Borzaga, o altri punti intermedi, e a Fano senza nodi di scambio attrezzati, quasi in campi di grano, diventa difficile individuare tale miglioramento.

Gli abitanti “montani” debbono accontentarsi? Debbono vivere ogni richiesta come una pretesa? Si ha la sensazione, a volte, che coloro che hanno contribuito alla realizzazione del piano non conoscano adeguatamente le zone interne e che comunque non abbiano esperienza diretta come utenti di trasporto pubblico. Lo stesso assessore provinciale ai trasporti, persona generalmente attenta e sensibile, originario di zone interne, non credo che usi abitualmente servizi pubblici.

Quindi per chi proviene dall’interno corse potenziate significano tempi indefiniti privi di riparo, con valigie a terra e allungamento della percorrenza. Obbligare il cambio a Fano poi, oltre ad aumentare i disagi, riduce enormemente la positività dei capolinea alla stazione ferroviaria di Pesaro. Non credo sia difficile capire come per persone non più giovanissime, arrivare alla stazione di Pesaro sia un’impresa ardua, piena di numerosi e pesanti disagi.

Molti pendolari hanno già espresso sulla stampa le loro giuste rimostranze e qualcuno li ha perfino definiti “ingrati”. Ma se si peggiora la corsa più utilizzata dai pendolari a poco vale l’aumento delle corse... a meno che non sia una strategia, che nulla ha di razionale ed economico che punti ad un maggior ingorgo del traffico.

E poi non è stato coinvolto il Comitato che aveva raccolto oltre mille firme per il mantenimento della corsa Pesaro-Roma, risultato conseguito.

Possibile che la partecipazione disturbi?
Ninel Donini
Alle giuste critiche della Donini aggiungerei anche una mancanza di attenzione verso chi dall’entroterra deve prendere il treno diretto a Sud: sarebbe logico servirsi della stazione ferroviaria di Fano, ma non sono previste corse dirette che transitano per di là.

giovedì 24 luglio 2008

Forse a Cagli l’Amministrazione in carica non gode pieno consenso sull’isola pedonale…ma l’opposizione non promette davvero niente di buono.

Lo si capisce dall’articolo apparso sul Corriere Adriatico e su Tutto Flaminia, dove il consigliere Maidani ha criticato l’isola pedonale (notturna e temporanea) introdotta a Cagli.


Infatti questa soluzione farebbe, a suo dire, molti danni: disturberebbe gli automobilisti, costringendoli a cercarsi a fatica un parcheggio (ma non elenca gli altri danni).
Come se non bastasse, ha anche auspicato il prolungamento dell’orario di apertura dei bar fino alle 3 di notte e l’istituzione di ronde private (con spese a carico dei baristi, voglio sperare).
Direi che il nostro consigliere di opposizione va proprio contro corrente. Mi spiego.
Nell’isola pedonale di Cagli, la sera, non viene nessuno perché i forestieri che percorrono di giorno le vie della città per lavoro o per diporto, o magari per visitare qualcuno dei nostri bei palazzi (che ovviamente sono aperti di giorno, non di notte), si trovano in mezzo ad un traffico fastidioso e disordinato. Questa immagine di Cagli non li invita certamente a venire a mangiarsi tranquillamente un gelato o una pizza a Cagli la sera, col rischio di trovarsi invece in mezzo allo stesso casino che hanno visto al mattino.
Per questo, dico io, sarebbe meglio anticipare l’isola pedonale alle ore tredici, per consentire ai forestieri di godere in pace la visita di Cagli, fermarsi a cena (possibilmente senza dover sborsare 18 € per un piatto di salame) e tornarsene a casa con un buon ricordo della nostra città, facendoci anche buona pubblicità.
Ma ci vuole costanza, perché le isole pedonali a singhiozzo o notturne non sono conosciute: il passa parola richiede tempo.
Quanto alla chiusura dei locali alle 2 di notte, non credo proprio che dopo quell’ora circoli per le strade di Cagli un turismo selezionato…! E non esito a definire immorale pensare di sostenere l’economia di una città incentivando ed incrementando la vendita di alcolici.


Ecco l’articolo pubblicato ieri sul Corriere Adriatico e su Tutto Flaminia on line:

Mancano i parcheggi
Non serve la chiusura anticipata dei locali per motivi di sicurezza
Meglio organizzare ronde di ausiliari
Maidani, responsabile di Forza Italia: “L’isola pedonale fa molti danni”
CAGLI - “L’ estate cagliese è iniziata - sottolinea Matteo Maidani, consigliere comunale di minoranza e responsabile cagliese di Forza Italia - e come avviene ormai da alcuni anni la stagione non sembra contraddistinguersi per le manifestazioni. I grandi eventi sono solo un ricordo. Non bastano certo i Venerdì di Cagli, cinque serate di quattro ore appena, a dare impulso all’economia di una cittadina. Soprattutto servirebbe qualcosa in più per le altre sei serate della settimana in quanto l’unico spettacolo rimane ammirare la facciata del Municipio e quella del rinnovato Palazzo Mavarelli. A questo punto ci domandiamo se vale la pena chiudere il transito dei veicoli tra lunedì e giovedì visto che piazza Matteotti rimane quasi deserta non essendoci manifestazioni ad allietare i cittadini e i turisti”.Maidani si sofferma sull’isola pedonale.“Se da un lato è positiva poiché serve a godere meglio delle bellezze architettoniche, dall’altro è un ostacolo perché costringe a cercare parcheggi che allo stato attuale non esistono o sono difficili da fruire. Inoltre il sindaco ha anticipato la chiusura dei locali del centro storico dalle 3 alle 2 di notte con la scusa dei famosi motivi di “sicurezza” e di indisciplina dei giovani ragazzi. Se Cagli vuole essere riconosciuta come città adatta ad un turismo selezionato non può permettersi di chiudere i locali e molte attività solo perché i sindaci dell’entroterra non sono riusciti a chiedere ed ottenere dalle istituzioni provinciali e regionali, una maggiore attenzione per la sicurezza del loro territorio”.Cosa fare?“Basterebbe, i venerdì e i sabato, organizzare ronde di ausiliari (magari pagati con un piccolo contributo da parte di privati) o degli stessi volontari della Protezione Civile lungo le vie più a rischio per evitare piccoli episodi di teppismo dovuti più alla noia che a tensioni sociali che a Cagli non esistono”.
Giovanni Bartoli

mercoledì 16 luglio 2008

I VENERDI' DI CAGLI CHIAMANO A RACCOLTA GLI APPASSIONATI DI ENIGMISTICA

C'E' ANCHE LEONE

NELLA SECONDA TAPPA DI “ENIGMATICAGLI"

IS? Sono le ultime lettere di Jacopo Ortis! N? E' la nona di Beethoven (enne è la nona ed ultima lettera della parola Beethoven). I? E' il corrispondente romano dell'Unità (I è l'uno dei latini). O, se preferite, dell'Avanti (dal verbo latino andare che si coniuga in eo, is, ivi, itum ,ire). Queste ed altre prelibatezze edipiche riserverà Leone Pantaleoni, il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica, a tutti coloro che vorranno vivere di persona la seconda serata di "EnigmatiCagli" di venerdì 18 luglio. Intanto, esposti attorno alla fontana di piazza 10 rebus ed altrettanti anagrammi di Leone vengono proposti scaglionati in formato gigante nelle tre puntate settimanali previste che si concluderanno il 25 luglio. A suggello del positivo operato della locale Associazione, protagonisti della serata saranno anche gli scacchi con il presidente Francesco Maria Pantaleoni (fratello di Leone) e con il preparatore del settore giovanile Giovanni Diani; entrambi proporranno alcuni problemi con soluzione in poche mosse forzate. A proposito di scacchi ricordiamo che Leone Pantaleoni, dal 1995 presidente del Circolo Scacchistico Pesarese, nel gennaio 1991, pareggiò a Modena con il campione del mondo russo Anatolij Karpov (pupillo di Leonid Breznev, Segretario Generale e, insomma, capo assoluto dell'Unione Sovietica dal 1964 al 1982) e nel maggio 1998, a Pesaro, inflisse l'unica sconfitta al più geniale ed imprevedibile giocatore italiano di tutti i tempi, il fiorentino Sergio Mariotti.
Nelle foto che seguono, i tabelloni con alcuni enigmi proposti venerdì 11 luglio








martedì 8 luglio 2008

39 ANNI FA: LA NOTTE DEL PRIMO SBARCO SULLA LUNA


Fedeli bagnanti di Giuseppe Giunta del mese di luglio, eravamo tornati, io, la mamma e mio fratello, perchè il babbo ci aveva lasciato già da cinque anni, nella nostra Cagli quella domenica 20 luglio 1969 per il matrimonio d’un nostro parente. Passata "a nuttata" avremmo ripercorso i 62 km che ci dividevano dalla tradizionale base vacanziera.

E così, mentre tre anonimi aspettavano di rimetter piede sulla spiaggia dell'Adriatico, un celebre terzetto composto da Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin, si accingeva ad un approdo assai meno ordinario. Eh, sì, amici, era quella la notte del primo sbarco sulla luna! Ecco perché, io, allora ventiquattrenne, e mio fratello diciottenne, decidemmo di trascorrerla in bianco. Un occhio buttato sulla scacchiera (nacque allora la mia passione per il Nobilgiuoco ma si consolidò tre anni dopo con l’epocale sfida Fischer-Spasskij) e l'altro sul televisore, seguimmo senza batter ciglio, né poi senza abbassarlo per il sonno, la indimenticabile telecronaca dove, dallo Studio Uno della Fiera di Milano, Tito Stagno, giornalista di spessore almeno pari a quello delle sue pesantissime lenti, ed in collegamento telefonico da Houston, Ruggero Orlando, giornalista di grido almeno per come era solito emetter urla acute e prolungate parlando, facevano a gara per superarsi. Indimenticabili alcune battute del primo: "C'è stato un problema ... si è accesa una spia di un computer e un allarme si è messo a suonare ... da Huston per ora non arriva nessuna risposta ... go! ... Houston ha detto di proseguire se l'allarme è solo intermittente ... Aldrin ha risposto: - OK go! - ... ma ... Houston ha dato il go ... ecco, sono allunati! ...". E fu in quell'istante che Ruggero Orlando dette il la all'imperdibile duetto a distanza: " No, non sono ancora atterrati ", "No, ti sbagli, sono già allunati...", "Ecco, ora sono sulla luna!". Si appurò di lì a poco che il simpatico e concitato battibecco fu causato da un "go!", esclamato da Aldrin, che Stagno mal interpretò come un "Siamo allunati!". Intanto, dopo un pranzo di nozze come si deve, non avevamo cenato io e mio fratello e a quell'avanzata ora del mattino fummo colti da ruggiti di fame leonina. Ma in casa non c'erano che patate. Subito facemmo bollire dell'acqua e ce le cuocemmo lesse; quindi, in una manciata di nanosecondi, le divorammo scondite. Fu così che, nello sperimentare la veridicità del detto che la fame è il miglior condimento, esclamammo all'unisono: "Grazie America!”. Quell’America che ci aveva appena dato la luna. E, secoli or sono, le patate."

Leone Pantaleoni

mercoledì 2 luglio 2008

PRESENTATO IL LIBRO COLLETTIVO "CONTEMPORANEO - 99 definizioni"

È stato presentato oggi pomeriggio nella Sala del General Consiglio



“CONTEMPORANEO 99 definizioni”, il libro collettivo ideato da Bruno Marcucci, curato da Donna Lynne Galletta, Maria Vittoria Dierna e Giuliana Paganucci, edito da Ernesto Paleani.

Il volume contiene cinquantuno disegni di Bruno Marcucci.
I DISEGNI
DI BRUNO MARCUCCI
RIMARRANNO ESPOSTI NELLA MOSTRA ALLESTITA
NELLA SALA DELL’ABBONDANZA
DAL 2 AL 6 LUGLIO
DALLE ORE 16.00 ALLE ORE 20.00
I testi che compongono il volume sono di:

Fulvio Abbate
Eraldo Affinati
Paolo Albertini
Marco Andreani
Giulio Angelucci
Mariano Apa
Llorenc Barber
Giulio Benedetti
Alberto Bernini
Paola Biondi
Fausto Bongelli
Yves Bonnefoy
Anna Buoninsegni
Enrico Calzolari
Antonio Capaccio
Enrico Capodaglio
Claudia Castellucci
Andrea Cavalletti
Raffaella Ceccarini
Bruno Ceci
Claudio Cesarini
Barbara Chitussi
Daniela Ciancamerla
Renzo Cresti
Kathleen Delaney
Gianni D’Elia
Antonio Delle Rose
Gualtiero De Santi
Eugenio De Signoribus
Gianni Di Cicco
Maria Vittoria Dierna
Francesco Dillon
Costantino Di Sante
Richard Dixon
Donatella Donati
Lenina Donini
Ninel Donini
Paolo Ercolani
Franca Fabbri
Dom Salvatore Frigerio
Riccardo Fuzio
Gabriele Ghiandoni
Armando Ginesi
Italo Grilli
Ramona Guglielmi
Fathi Hassan
Mike Hicks
Paolo Icaro
Carlo Inzerillo
Pierpaolo Loffreda
Tommaso Lombardi
Domenico Losurdo
Marcello Maiani
Stefano Manfucci
Bruno Mangiaterra
Francesco Mansi
Giorgio Marchetti
Eliseo Mattiacci
Massimo Mazzoni
Antonio Moresco
Annamaria Morini
Stanislao Pacus
Giuliana Paganucci
Ada Paleani
Feliciano Paoli
Pino Parini
Carla Pasquinelli
Marcello Pecchioli
Oscar Piattella
Graziella Picchi
Umberto Piersanti
Sandro Portelli
Ludovico Pratesi
Ray Reece
Giorgio Rossi
Kirkpatrick Sale
Edoardo Sanguineti
Stefano Scodanibbio
Roberto Signorini
Massimo Simonini
Sandro Somarè
Giulio Soravia
Ettore Sordini
Michele Sovente
Bruna Stefanini
Pio Tarantini
Paolo Teobaldi
Tonino Tesei
Gabriele Tinti
Stefano Tonti
Paolo Tosti
Martino Traversa
Paola Urbinati
Stefania Vetri
Alessandro Vicario
Ed Ward
Yasuo Watanabe
Emanuele Zinato
Rodolfo Zucco
Qual è lo scopo di questo libro collettivo dedicato alla definizione del termine “contemporaneo”, parola troppo “aperta“ e in qualche modo “vuota”?
Il libro nasce, tautologicamente, su iniziativa dell’associazione Contemporaneo, in una sorta di sforzo di autocoscienza. Agli autori dei testi è stato chiesto di definire il loro modo di sentire, di fruire la contemporaneità. Ne risulta una pluralità di punti di vista e di interpretazioni sull’”essere“ e sul “fare” contemporaneo, in relazione alla cultura e all’arte, ma non solo: da questo libro ci viene in vario modo raccontato il nostro “essere qui”, quello che stiamo vivendo.
Bruno Marcucci