Nuove promesse sulla Sanità Regionale.

Nuove promesse sulla Sanità Regionale.
Cambio di passo o vuota propaganda?

.

.
San Leo. Un toponimo da recuperare.

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI
L'ANIMA NEL TEMPO

EVENTI

EVENTI
INNO AL TARTUFO. Cagli 23 e 24 novembre 2019

RADUNO ANA A CAGLI

RADUNO ANA A CAGLI
RADUNO ANA A CAGLI

MOSTRE D'ARTE

MOSTRE D'ARTE
Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Dal 2 al 24 settembre 2017

sabato 18 luglio 2009

IMPIANTO EOLICO IN ZONA FURLO

La posizione di UNITI PER CAGLI.

Qualche giorno fa è stato pubblicato sul BUR Marche l’avviso di avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) per la realizzazione di un impianto eolico in località Monte San Lorenzo, nel Comune di Cagli. Il progetto della società TRE - Tozzi Renewable Energy S.p.a. di Mezzano (RA) prevede:
  • l’installazione di 12 pale eoliche che raggiungono i 125 metri di altezza;
  • l’ampliamento della sottostazione elettrica nel centro abitato di Cagli;
  • l’ampliamento dell’elettrodotto interrato di collegamento tra Monte San Lorenzo e Cagli e quindi con un rilevante impatto ambientale.
Il movimento UNITI PER CAGLI crede che la produzione di energia da fonti rinnovabili sia un fatto importante da seguire con attenzione che può costituire anche una fonte di sviluppo e di reddito per le zone interne.
E' però contrario al modo in cui società private si calano sui nostri territori con progetti che creano “business” per qualche società privata lasciando spesso sul territorio riflessi positivi marginali se non del tutto negativi.
Bisogna modificare radicalmente questo modo di intendere l’utilizzo dei territori montani che possono e debbono trovare anche in questo tipo di interventi nuovi spazi di opportunità di crescita economica e sociale. Le fonti di energia rinnovabile costituiscono una risorsa irrinunciabile, ma non possono essere gestite unicamente da holding private orientate giocoforza alla logica del profitto. Il movimento crede che anche in questo campo gli interventi debbano essere realizzati salvaguardando l’ambiente, coinvolgendo le popolazioni residenti e consentendo alle zone interne di mettere in moto meccanismi in grado di valorizzare tutte le esperienze e le capacità locali siano esse progettuali, imprenditoriali o economiche. Le nostre zone non sono terreno né di assistenzialismo né tantomeno di conquista.
In questa ottica l’Amministrazione comunale non può “subire” ma deve assumere un ruolo da protagonista governando tali processi, dandosi essa stessa un “progetto” di sviluppo e non affrontando in maniera episodica le proposte che le vengono sottoposte di volta in volta.
Quindi il movimento giudica non condivisibile il progetto proposto sul territorio del comune di Cagli ed auspica che l’Amministrazione comunale metta in campo tutte le iniziative opportune per fermarlo.
UNITI PER CAGLI auspica un ruolo da pioniere e protagonista da parte dell’Amministrazione comunale sul versante delle rinnovabili e rimane contrario a un atteggiamento passivo e subordinato nei confronti di iniziative che potrebbero cambiare il volto del nostro territorio senza ricadute positive sullo stesso.
Se, come sembra, il 21/07/2009 ci sarà la Conferenza dei Servizi in Regione, in tale occasione l’Amministrazione dovrà avere un atteggiamento chiaro e deciso ed opporsi, rivendicando la gestione autonoma del territorio comunale e la tutela dei diritti dei cittadini.

Secondo me, aggiungerei, non sono in discussione la validità del progetto della TRE S.p.a., o l'impatto ambientale prodotto, e neanche le condizioni di concessione, per le quali si rimanda, per le rispettive valutazioni, alle autorità competenti.
Va invece subordinata ogni valutazione ad una preventiva realizzazione di un piano di sviluppo sullo sfruttamento delle energie rinnovabili nel nostro territorio. Un piano di sviluppo che deve partire dall'analisi, dalla quantificazione e dalla localizzazione delle risorse possibili, fino a fissare gli obiettivi di destinazione delle energie producibili. Solo allora si potrà procedere alla valutazione dei progetti, da qualsiasi parte essi provengano.

giovedì 9 luglio 2009

COMUNITA' MONTANA: QUALE FUTURO?

Sarebbe meglio se al tavolo delle decisioni sedessero la "politica" ed il "pubblico interesse" anziché i "partiti" e gli "interessi privati"!



fonte: QUIFLAMINIA (8 luglio 2009)

"A tornata elettorale finita, sindaci insediati, i problemi di ieri ritornano a galla come la riorganizzazione delle Comunità Montane. Un cambiamento di assetto che ha investito dall’anno scorso l’entro terra pesarese, annullando la Comunità montana del Metauro e quella del Catria Cesano e creando un unico ente composto da Frontone, Serra Sant’Abbondio, i comuni della CM del Catria Nerone e quelli della Cm Alto e Medio Metauro.
“Un giro di consultazione tra i Comuni è d’obbligo - commenta Gino Traversini, attuale Commissario della CM del Catria Nerone - per riflettere se esiste una reale volontà. Soprattutto se si è consapevoli che se il modulo 5+2 (Cagli, Cantiano, Acqualagna, Apecchio, Piobbico con Frontone e Serra) è fatto di Comuni abituati a ragionare insieme. Pertanto se è vero che stiamo per creare un nuovo soggetto potenzialmente molto forte con i suoi 14 comuni e i suoi circa 60.000 residenti, per dubbi e poca partecipazione potrebbe rimanere a mezza strada e non avere la velocità necessaria per garantire una corrette gestione del territorio ed essere insomma quel famoso tavolo unico operativo” “Dobbiamo considerare che la riorganizzazione investe la politica ma sopratutto 130 dipendenti - spiega Claudio Piermattei, funzionario della Regione - Procedere nella semplificazione, obbliga alla gradualità perché si devono garantire finanziamenti e dunque studiare sistemi per assicurare sostenibilità ai nuovi enti”. “La proposta della giunta - spiega l’assessore con delega agli enti locali, Stefania Benatti - parte dalla consapevolezza che le Comunità montane sono delle esperienze associative valide che vanno assolutamente difese. La proposta punta da una parte alla semplificazione degli assetti istituzionali, con un consiglio esclusivamente composto da sindaci ed una giunta snella con un presidente e due assessori con indennità ridotte al minimo, e dall’altra spinge le ex CM a trasformarsi in unione di comuni e anche a coinvolgere le province. L’idea di fondo è quella di mettere le CM in grado di fare programmi di sviluppo locali con attività di promozione e di marketing, creando partenariati anche con privati ed attingendo direttamente ai fondi europei. Operazioni nella quale la Regione si propone nelle veste di un tutor tecnico ed amministrativo”. Proprio per ottimizzare il sostegno della Regione, l’assessore avrebbe in agenda tra luglio e settembre visite operative in ogni Comunità montana".