
Divagazioni carnevalesche
di Leone da Cagli:
di Leone da Cagli:
MA LA CASTAGNOLA E’ SCALOGNATA?
Ma la più grossa delle castagnole va scongelata quasi fosse una bistecca? La persona che trova un insetto nella castagnola è scalognata? E' vero che per le Ceneri, a Cirene, si mangiano cernie? La bambina che porta a scuola la cicerchiata è accerchiata dai compagni più golosi? Sarà poi vero che mia figlia stavolta si maschera da marchesa di Pompadour? L'aumentato costo dei coriandoli può far gridare al ladrocinio? La festa con i carri, fornisce alacrità? D'accordo, sono sette domande che definire esistenziali ci pare un tantino esagerato. Eppure esse esigono egualmente una risposta. E la risposta è una sola: si tratta di altrettanti anagrammi (parole o frasi formate dalle stesse lettere cambiate di posto) di termini in piena attinenza con il Carnevale. E cioé: castagnole-scongelate, castagnola-scalognata, Ceneri-Cirene-cernie, cicerchiata-accerchiata, maschera-marchesa e coriandoli-ladrocinio. E - udite, udite - la festa con i carri-fornisce alacrità. Dove, non fosse chiaro, "la festa con i carri" è composto dalle medesime lettere di "fornisce alacrità". E ce n'è anche per le maschere più rappresentative e dunque conosciute. Purchè si sdoppino come le cellule in una sorta di metabolismo lessicale. Arlecchino in chilo-carne. Pulcinella in calle-Lupin. Balanzone in balzo-Enna. Pantalone in ponte-lana. Stenterello in treno-stelle. Gianduia in gaia-indù. Brighella in allegri-HB (marca di sigarette). Colombina in ambi-colon e, per finire, Tartaglia in lira-gatta. In fondo, a pensarci bene, l'anagramma non è altro che un modo di travestire le parole. E dunque entra di diritto nell'elemento più caratterizzante del Carnevale. Un Carnevale che se da un canto ci toglie la carne (carnem levare) dall'altro ci mette una maschera.
Leone Pantaleoni
Enigmista
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