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Stornelli della pasquella (ascolta questo stornello anconetano)
La Pasquella, è un canto legato ai rituali di questua del solstizio d'inverno, che ci lega a testimonianze vive di una cultura popolare che è giusto recuperare nella sua interezza e nel suo reale significato. La consuetudine di questo canto di questua è in via di estinzione, ma è ancora vivo in provincia di Pesaro ed in alcune zone dell'Umbria e della Romagna.Il canto della Pasquella, viene portato da squadre di “cantori”, casa per casa, come augurio di salute, di benessere e di abbondanza, in cambio di piccole offerte di denaro, cibo e vino, destinati al pranzo che conclude la festa. Di solito viene cantato la vigilia di Capodanno (trentuno dicembre) e dell'Epifania (cinque gennaio), da gruppi di questuanti, nella classica formazione di tre elementi: organetto, cembalo, "timpani" (triangolo) e voci maschili. Talvolta gli strumenti accompagnatori sono il "violone", i violini, la fisarmonica o l'organetto. I canti di questua (tra i quali oltre la Pasquella, ricordiamo, il Sant'Antonio, la Passione, il Cantamaggio, e tra il mondo infantile, lo Scacciamarzo) coincidono con alcune date precise del calendario agricolo e sono eventi rituali strettamente legati al ciclo della natura che nasce, muore e risorge e sintetizzano lo stesso ciclo vitale dell'uomo. I caratteri rituali di simili consuetudini sono evidenti: si tratta di forme di propiziazione legate a credenze pre-cristiane e ad antichi riti di fertilità. Ora questi nostri antichi riti vanno inesorabilmente scomparendo a causa delle trasformazioni profonde della società ed in particolare della polverizzazione della civiltà contadina.
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sabato 5 gennaio 2008
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