Ieri sera al chiostro di San Francesco un pubblico di prim’ordine ha assistito allo spettacolo di parole e musica il cui titolo “Amara terra mia” ricorda le vicende migratorie dei nostri nonni, mentre il contenuto affonda nel fenomeno della immigrazione al quale assistiamo oggi.
L’intreccio fra l’attore Giuseppe Battiston (per capirci, l’investigatore in “Pane e Tulipani” o il piazzista di abiti in “Agata e la tempesta”) che legge testi di Adonis, Gotthold E. Lessing, Gramsci..., ed il gruppo musicale Radiodervish (con il cantante Nabil Salameh, il cui connubio col compositore Michele Lobaccaro caratterizzato dalla differenza culturale delle loro origini, dà vita a canzoni che sono intese come piccoli laboratori all'interno dei quali si svelano varchi e passaggi tra oriente ed occidente, le cui tracce sono i simboli e i miti delle culture del Mediterraneo, luogo di confine che unifica nel momento stesso in cui separa) descrive la precaria mobilità e la fragilità di esseri umani in costante movimento, non soltanto fisico e corporeo, ma anche mentale ed emotivo. Amara la terra lasciata: le radici si sradicano, nella ricerca dell'altrove. Amara è la terra trovata: la meta aggiunta, dove non è facile trovare spazi e dignità di vita. Amara la terra di chiunque viva un'esistenza straniera: per ragioni di sopravvivenza o per motivi politici,religiosi o culturali.
Fra il pubblico purtroppo di nostri concittadini ce n’erano proprio pochi.
Ed anche l’altra sera a Fossato di Chiaserna non c’era nessuno di Cagli ad assistere ad un fantastico evento musicale, l’esibizione del Classic Jazz Trio, composto da Enzo Vedovi, fisarmonica e arrangiamenti, Fabio Battistelli, clarinetto e Giacomo Dominici, contrabbasso.
In una cornice incantevole, fra le pietre di antiche dimore ristrutturate, la tenue luce delle candeline, l’aria fresca delle pendici del monte Acuto, sono stati eseguiti brani di Pedro Itturalde, Nino Rota, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Astor Piazzolla ….
Forse a Cagli si seguono solo gli spettacoli che si fanno in piazza ? o si vanno a vedere solo le recite dove partecipa qualche nipotino ? e possibile che a Cagli nessuno sente la mancanza di una sala cinematografica?
Ecco cosa intendo quando dico che bisogna investire molto in cultura a Cagli, per cambiare un po’ gli interessi e le abitudini dei nostri concittadini. Altro che birra !
CAGLI, TERRITORIO, NOTIZIE, EVENTI, CULTURA, SPETTACOLI, STORIA LOCALE, TRADIZIONI, POLITICA, ECONOMIA
POST PIU' RECENTI (DAL 2009 AD OGGI) - VEDI A FONDO PAGINA I LINK PER I POST PIU' VECCHI
giovedì 26 luglio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
ciao lupa45, condivido l'articolo pienamente, riguardo la sala cinematografica a settembre riapre rinnovata.
Posta un commento