Nuove promesse sulla Sanità Regionale.

Nuove promesse sulla Sanità Regionale.
Cambio di passo o vuota propaganda?

.

.
San Leo. Un toponimo da recuperare.

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI
L'ANIMA NEL TEMPO

EVENTI

EVENTI
INNO AL TARTUFO. Cagli 23 e 24 novembre 2019

RADUNO ANA A CAGLI

RADUNO ANA A CAGLI
RADUNO ANA A CAGLI

MOSTRE D'ARTE

MOSTRE D'ARTE
Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Dal 2 al 24 settembre 2017

martedì 14 agosto 2007

PREOCCUPAZIONI SULLA QUESTIONE DEL POZZO BURANO

La Premessa:
Gli enti preposti al controllo ed alla gestione delle nostre risorse idriche sono:

Il Ministero dell’Ambiente attraverso:
- la Direzione generale per la difesa del suolo – IV divisione (Monitoraggio e coordinamento dei sistemi cartografici)

Il Ministero dei Lavori Pubblici attraverso:
- il Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche

L’Amministrazione Regionale attraverso:
- gli organi dell’Autorità di Bacino Regionale delle Marche

L’Amministrazione Provinciale attraverso:
- l’AATO n. 1 (Autorità d’ambito territoriale ottimale per la provincia di Pesaro-Urbino)

L’Amministrazione Comunale attraverso:
- il Sindaco quale rappresentante il Comune di Cagli nell’Assemblea Consortile dei 67 comuni aderenti all’AATO n. 1, nonché membro del Consiglio di Amministrazione dell’A.A.T.O. n. 1

Che cos'è l'AATO
L' Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (AATO) è un consorzio obbligatorio, composto da tutti i 67 Comuni e dall’Amministrazione della provincia di Pesaro e Urbino, chiamato a governare su scala provinciale il processo di riordino dei Servizi Idrici secondo quanto previsto dalla legge Galli del 1994 e della Legge Regionale del 1998. La sua funzione è fare in modo che i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione siano gestiti in modo integrato, con criteri tecnico-economici e livelli di qualità adeguati alle esigenze dei cittadini. Sui gestori l'Autorità d'ambito ha funzioni di controllo e di programmazione.

Le funzioni
1. Attività di analisi e di ricognizione delle reti acquedottistiche e delle altre componenti del ciclo integrale delle acque (dalle opere di presa, alla fognatura, alla depurazione).
2. Adozione del Piano di Ambito, strumento programmatorio che definisce gli standards di qualità del servizio, gli investimenti necessari, e le tariffe.
3. L'attività tecnico-amministrativa di controllo sui gestori e sul rispetto della Convenzione
4. La scelta dei soggetti cui affidare la gestione dei Servizi idrici nell'Ambito Ottimale, regolata dai contenuti della Convenzione e del Piano d'Ambito. E' netta la distinzione di ruoli fra l'AATO, che definisce gli obiettivi e controlla la realizzazione del piano, e il gestore che organizza il servizio e realizza gli obiettivi del piano. L'AATO deve svolgere la sua attività di controllore per conto dei Comuni e per assicurare la tutela del consumatore. Il controllo, pertanto, si esercita in primo luogo attraverso la verifica del raggiungimento degli obiettivi del piano e sull'applicazione della tariffa. In caso di rilevanti inadempienze l'AATO può anche revocare l'affidamento.

Il Fatto:

Il perdurare di una situazione climatica caratterizzata da una prolungata assenza di precipitazioni meteoriche, ha ancor più appesantito lo stato di insufficienza delle risorse idropotabili dell’ Ambito territoriale della Provincia di Pesaro e Urbino. La carenza d’acqua, come è noto, è strettamente legata alla costante pratica di approvvigionamento idropotabile, dipendente da fonti superficiali nella misura di circa l’80%, con particolare riferimento al fiume Metauro quale risorsa primaria.
Il nostro territorio ha dovuto fronteggiare già altre situazioni con gravi problemi di reperibilità della risorsa idrica, nella stagione estiva del 2001 e in quella ancor più siccitosa del 2003, senza però portare il fiume Metauro ad un livello di stress così acuto come in questo periodo.
A fronte di una stagione invernale che si è sviluppata in modo del tutto anomalo dal punto di vista meteorologico, con assenza totale di precipitazioni, si è anticipata quest’anno l’avvio del tavolo di concertazione sull’emergenza idrica, che ha visto coinvolti, come per gli anni precedenti, l’A.A.T.O., la Provincia di Pesaro e Urbino, le società di gestione Aset, Aspes Multiservizi, Megas ed Hera Rimini, la Protezione Civile ed Enel Green Power che gestisce gli invasi idrici di Furlo, San Lazzaro e Tavernelle. Gli incontri si sono tenuti il 13 marzo, il 26 aprile e il 10 maggio, a cui si è aggiunto un sopralluogo presso il Pozzo del Burano, alla presenza anche del sindaco di Cagli, il 22 marzo 2007.

Per prevenire fenomeni particolari di crisi, il tavolo di concertazione sull’emergenza idrica costituito da tempo nella nostra Provincia, ha pianificato alcune azioni d’intervento (ordinanze sindacali, ordinanza provinciale, campagna di comunicazione AATO ecc.), a cui è seguito un provvedimento di apertura temporanea del Pozzo Burano nel Comune di Cagli (apertura avvenuta mercoledì 18 luglio 2007) che integra risorsa idropotabile per 200 litri/secondo.

L’AATO, di concerto con i soggetti sopra richiamati, si è inoltre attivato definendo alcune delle azioni contemplate nel dispositivo governativo pubblicato il 15 giugno 2007 sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede l’adozione di atti necessari a fronteggiare l’emergenza idrica, fra cui opere di approfondimento nel massiccio appenninico, finalizzate al reperimento di nuova risorsa idrica da falde profonde.


Gli effetti delle captazioni da falde profonde in generale e dal pozzo Burano in particolare possono produrre effetti disastrosi e devono essere preceduti da accurati studi che ne garantiscono la sostenibilità.
Il bacino interessato allo sfruttamento delle risorse idriche da falde profonde al di sotto dei calcari fessurati del massiccio appenninico Catria-Nerone coinvolge il territorio di ben tre comunità montane: Catria-Nerone, Catria-Cesano, Esino-Frasassi.

Sarebbe bene che le rispettive popolazioni se ne preoccupassero !

Le ultime notizie:

8/8/2007 (dal Corriere Adriatico)

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, al punto 10 dell’Ordine del giorno erano previste le interrogazioni. La minoranza, con i consiglieri, Ruggero Poeta (UDC) e Matteo Maidani (Forza Italia), aevva presentato interrogazioni riguardanti i problemi dell’emergenza idrica e la siccità, con la conseguente apertura del Pozzo 2 Burano e i pericoli per l’ambiente, ma anche per le greggi al pascolo senza acqua.Il consigliere Ruggero Poeta dichiara: “Proprio in questi giorni vengono fatti grandi appelli volti ai risparmi dell’acqua, ma con il mese di agosto che si accinge a vivere il suo periodo più importante, le frotte di turisti in arrivo sulla costa ed il picco dei consumi, mettono in difficoltà le aziende idriche che temono di non poter soddisfare la domanda di acqua. L’Aspes di Pesaro, recentemente, ha chiesto di aumentare a 350 litri al secondo il rilascio di acqua dal Pozzo del Burano. Pretesa francamente inaccettabile in un momento in cui bisogna centellinare la risorsa...”.Ecco, allora l’interrogazione firmata da Ruggero Poeta: “Pertanto interrogo il Sindaco per sapere: che iniziative intende prendere a tutela del territorio e della popolazione cagliese; se è stato valutato il danno che viene causato all’ambiente a causa dell’apertura del pozzo del Burano, le sorgenti in quota sono completamente asciutte, con danni irreversibili; se non sia il caso di proporre la costituzione di un consorzio fra i Comuni dell’entroterra per avere più peso politico a favore della tutela del territorio, come accennato dal sindaco di Piobbico; infine si chiede se il pozzo del Burano viene aperto solo in casi di eccezionale siccità. Chi decide lo stato eccezionale oppure, nel periodo estivo, l’apertura diventa una regola a beneficio della popolazione costiera. Si chiede risposta scritta”.Il consigliere Matteo Maidani aggiunge: “Premesso che la situazione idrica nella Provincia è ormai allo stato di emergenza. Che ormai da tempo le acque del Pozzo Burano vengono riversate sul fiume con possibili conseguenze per le sorgenti in alta quota e per l’approvvigionamento idrico dei pascoli per l’ecosistema in generale. Che il Pozzo del Burano è al centro di una discussione sui suoi possibili futuri utilizzi, si chiede al sindaco di informarsi tramite adeguate richieste al Megas e all’ATO, della effettiva quantità di captazione dal Pozzo del Burano 2 durante gli ultimi quattro mesi...”Maidani chiede di “conoscere la posizione della Amministrazione Comunale e del Sindaco, nel caso si chiedesse da parte della Provincia o di qualsiasi altra istituzione di utilizzare le acque del Pozzo del Burano per l’acquedotto di città della costa in particolare di Pesaro. Di sapere se questo prelievo è dettato solo dall’emergenza o per il futuro sarà considerata una operazione consuetudinaria”.Con i due consiglieri, anche una importante parte della popolazione è interessata alle risposte.


14/08/2007

Il Comune ha chiuso il Pozzo Burano 2 CAGLI - Alla presenza della protezione civile, del sindaco Domenico Papi e del presidente della Comunità Montana del Catria e Nerone, Gino Traversini, è stato chiuso il Pozzo Burano 2, da usare solo nei casi di emergenza.Il Pozzo era stato aperto lo scorso 26 luglio, rimanendo utilizzato fino a ieri mattina. dal pozzo è uscita acqua pari a 200 litri al secondo, per un totale di 450mila metri cubi, quantità uguale a quella che contiene l’invaso del Furlo.Sarebbe servita a potabilizzare Tavernelle, che tiene 500 mila metri cubi. Dopo le operazioni di chiusura, il sindaco Papi ha dichiarato: “Recuperata l’emergenza abbiamo chiuso il pozzo Burano 2, in accordo con l’Ato, la protezione civile e la Provincia. Questo deve rappresentare una esperienza e un insegnamento e un invito a pensare a sistemi diversi di approvvigionamento idrico al servizio delle nostre popolazioni”.Il presidente Traversini ha aggiunto: “Abbiamo aperto il pozzo con molta amarezza, abbiamo accettata la richiesta perché la legge lo prevedeva. Da oggi (ieri; ndr) il pozzo Burano ritorna ad essere una riserva strategica, come tale da tutelare, da conservare per il futuro. Ora dobbiamo incominciare a ragionare, soprattutto a fare molto di più nel periodo in cui l’acqua c’é. Dobbiamo pensare a una politica degli invasi collinari; al risparmio dell’acqua, non solo a parole ma con i fatti. Fu detto già sedici anni fa, quando fu realizzato il pozzo, che nessuno si illudesse di intaccare la riserva. Ormai è convinzione generale che si ha un grande patrimonio che bisogna preservare per il futuro”.

La Conclusione:
2oo litri al secondo ! e perché 200 ? 350 litri al secondo ! e perché 350 ?.....tutto il cucuzzaro !

Ecco come il cittadino ha percepito tutto il gioco estivo del Pozzo Burano, senza capire se dietro alle richieste avanzate ed alle decisioni prese ci sia stata la consapevolezza delle autorità preposte sulla sostenibilità dei quantitativi di prelievo decisi. Se cioè le scelte vengono fatte in base alla richiesta idrica dell’utenza o in base alla consapevolezza della reale disponibilità sostenibile del bacino.

E molto preoccupano quei ventilati atti necessari a fronteggiare l’emergenza idrica, fra cui opere di approfondimento nel massiccio appenninico, finalizzate al reperimento di nuova risorsa idrica da falde profonde.

Si aspetta quindi con ansia di conoscere le risposte ai legittimi quesiti posti dai Consiglieri Poeta e Maidani.

6 commenti:

coordinamento tricolore ha detto...

PROGETTO H2O: ACQUA SOCIALE

L’acqua è un bene primario, bene di prima necessità per la regolare vita dei cittadini.

Essa è presente in natura, più di ogni altro bene sulla faccia della terra, essa è fonte di vita e di sostentamento per ogni popolo del pianeta.

Negli ultimi dieci anni, il Governo italiano ha varato nuove normative , leggi e regolamenti sulla gestione e sulla vendita al consumatore dell’acqua.

Questi indirizzi, politici ed economici, hanno maturato l’interesse dei privati ad entrare nelle aziende municipalizzate e a farne di queste, una facile e comoda fonte di speculazione e guadagno assicurato. Dopo pochi anni, i privati hanno iniziato una vera e propria politica aggressiva per la conquista delle maggiori fonti e reti di distribuzione dell’acqua, tentando fino ad oggi, di conquistarne l’interno mercato nazionale.

Ad oggi, in Europa e in Italia, si sono formati e radicati enormi gruppi d’interesse e multinazionali che sembrano non frenare la propria fame di conquista del settore economico in questione.

Lo stesso settore, appare che sia in grado di soddisfare a pieno le esigenze degli aguzzini dato che esso è applicato in maniera monopolistica (una e non più di una azienda di gestione e distribuzione per area municipale). Questo permette ai monopoli di applicare, con estrema facilità, tariffe fuori da ogni norma morale e ad ogni principio di politica sociale. Ovviamente con il bene placido di enti ed istituzioni politiche ed amministrative.

Se ci basiamo sul principio che l’acqua è un bene paragonabile in ogni sua forma all’aria che respiriamo, possiamo facilmente dedurre che la privatizzazione, ma soprattutto, la speculazione è un atto contro i diritti fondamentali naturali e giuridici dell’uomo.

E’ ovvio, sia per compensare i costi di gestione degli impianti, sia per evitare degli sprechi, che l’acqua debba avere un costo, ma questo non deve essere fonte di guadagno ma capitale economico destinato a mantenere la struttura dell’azienda distributrice, che deve essere pubblica e senza scopo di lucro.



Il Progetto H2o

Il ProgettoH2o nasce come unione di movimenti, partiti e persone, che, senza alcun scopo personalistico, costituiscono una associazione che ha per fine la difesa del pubblico mercato dell’acqua, il controllo sociale delle tariffe e la salvaguardia delle municipalizzate dagli interessi speculativi di singole persone o di aziende private.

Tutti possono aderire, senza discriminazione e senza alcuna esclusione. Sostenendo i principi che spingono l’ associazione verso una più equa gestione della risorsa idrica nazionale , verso una maggiore tutela sociale delle famiglie italiane , contro la speculazione di un bene primario che appartiene alla collettività intera , per una gestione oculata delle risorse idriche ,visto che l’acqua potabile è un bene limitato..



La Nostra Proposta

Non serve alcun complicato o dettagliato progetto per esprimere ciò che dovrebbe essere ovvio.

Le aziende pubbliche che gestiscono e distribuiscono l’acqua devono rimanere o devono nuovamente essere riconvertite in un capitale di azienda al 100% pubblico, senza alcuna infiltrazione di privati. Tutti i consumatori saranno a loro volta soci dell’azienda con pari diritti e doveri. Il maggiore azionista rimarranno i Municipi e le Province che dovranno gestire l’azienda nell’interesse comune

Le aziende pubbliche, distribuiscono il bene a tutti i cittadini della propria area di distribuzione presso il proprio domicilio applicando ad essi un primo e modesto costo di gestione della rete acquifera pari a 15 euro ogni due mesi, necessari a mantenere in attivo il bilancio aziendale e ad adempiere, come appena detto, ai costi necessari per la depurazione la manutenzione e la distribuzione.



Le aziende pubbliche dovranno fornire ad ogni nucleo familiare (in base anche al numero dei componenti) una quantità media di acqua al mese gratuitamente.



Possiamo stimare che una famiglia composta da 4 persone possa usufruire di 4000 litri di acqua al mese gratuitamente



Questa modesta quantità servirà ad adempiere in maniera civile ed umana ai maggiori consumi di acqua che mediamente vengono consumati da una famiglia italiana (igiene personale, elettrodomestici comuni, acqua da bere)



Se le famiglie sforeranno la soglia litri mensili standard dovranno allora pagare il surplus in base alla loro condizione economica, ma soprattutto al numero di componenti che le costituiscono.



Il costo del surplus deve essere considerato diviso in tre fasce di consumo:



Fino a 3.000 litri di acqua in esubero alle quote di fornitura gratuita: tariffa media nazionale al litro su base inflazionale.



Quando si superano i 3000 litri di consumo mensile verranno applicate tariffazioni sempre crescenti nell’ordine del 30% in più , fino ad arrivare al 50% di rincaro , rispetto le rispettive soglie di 6000 litri (in surplus )e 10000 litri (in surplus) .



Ovviamente tale principio di tariffazione sarà applicato nei casi di utilizzo domestico e dunque privato dell’ acqua , tale proposta non tocca l’ area commerciale , industriale e agricola della richiesta idrica .



Il ProgettoH2o si propone dunque di restituire ai cittadini un diritto primario dell’ uomo : quello dell’ acqua .

Mira a togliere di mano agli speculatori dell’ acqua i diritti di vendita pubblica e di distribuzione . Cerca di portare avanti con una proposta semplice e chiara , una politica di Risparmio idrico , da anni ignorato dalla politica nazionale e locale .



L’ acqua è dunque un diritto di tutti ma non per questo è nostro diritto sprecarla .



Progettoh2o porta avanti una proposta di legge a livello regionale attraverso una raccolta firme , tale raccolta firme è organizzata tramite dei coordinamenti
regionali di Progettoh2o

Anonimo ha detto...

legge regionale 22 giugno 1998, n. 18.
Disciplina delle risorse idriche.

Art. 5
(Modifcazioni degli Ambiti territoriali ottimali)


1. Le delimitazioni degli Ambiti territoriali ottimali possono essere modificate, anche su istanza degli enti locali interessati e sentite le Autorità di Ambito di cui all'articolo 6, comma 1, lettera a), per:
a) rendere più economica ed efficiente la gestione del servizio idrico integrato;
b) adeguare gli Ambiti alle scelte della pianificazione regionale per una più razionale utilizzazione delle risorse idriche;
c) facilitare e migliorare la cooperazione fra i Comuni e le Province.
In caso di istanza degli enti locali, la Giunta propone al Consiglio regionale entro sessanta giorni l'eventuale nuova localizzazione.
2. Per migliorare la gestione del servizio idrico integrato, o qualora ricorrano le condizioni di cui all'articolo 8, comma 3, della legge 36/1994, gli Ambiti territoriali ottimali possono essere estesi ai territori di Comuni confinanti appartenenti ad altre Regioni, previa intesa con le stesse e sentita l'Autorità di ambito interessata. Per i medesimi motivi e con le stesse modalità, i Comuni marchigiani possono entrare a far parte di Ambiti territoriali ottimali delle Regioni confinanti.
Art.11
(Patrimonio)


1. Il patrimonio dell'Autorità di ambito è costituito:
a) da un fondo di dotazione sottoscritto da ciascun ente consorziato in proporzione alle quote di partecipazione di cui al comma 5 dell'articolo 10;
b) da beni in natura imputabili alla quota di partecipazione al fondo di dotazione con loro valutazione da effettuare in base al valore attuale con le modalità previste dall'articolo 2343 c c.;
c) da acquisti, permute, donazioni, lasciti;
d) da contribuzioni straordinarie conferite dai Comuni consorziati o da terzi;
e) da ogni diritto che venga devoluto all'Autorità o acquisito dalla stessa;
f) dalle proprietà e capitali dell'Autorità di ambito.
2. All'Autorità di ambito possono essere assegnati, inoltre, beni in uso, locazione o in comodato gratuito.
Art. 17
(Fondo integrativo per la gestione di sistemi
di monitoraggio e per interventi nel
settore delle acque)


1. La Giunta regionale è autorizzata ad istituire nel bilancio regionale per l'anno 1997 un capitolo di spesa avente denominazione "Fondo integrativo per la gestione di sistemi di monitoraggio e per interventi nel settore delle acque" finalizzato:
a) all'esercizio di sistemi di monitoraggio qualitativo e quantitativo delle risorse idriche;
b) alla partecipazione finanziaria per studi del sistema idrogeologico regionale;
c) ad interventi per la tutela e il risanamento delle falde acquifere.
2. Alla copertura finanziaria si provvede mediante:
a) utilizzo di una quota parte dei proventi dell'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acqua pubblica di cui all'articolo 16;
b) eventuali risorse finanziarie regionali, statali e dell'Unione europea.

Nota all'articolo 3, comma 6, lettera b):
L'articolo 21 della legge n. 36/1994 (per l'argomento della legge vedi nella nota all'articolo 1) è il seguente:
"Art. 21 - (Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche) - 1. A1 fine di garantire l'osservanza dei principi di cui all'articolo 9, con particolare riferimento all'efficienza, all'efficacia ed all'economicità del servizio, alla regolare determinazione ed al regolare adeguamento delle tariffe sulla base dei criteri fissati dal Comitato interministeriale dei prezzi (CIP), nonché, alla tutela dell'interesse degli utenti, è istituito, presso il Ministero dei lavori pubblici, il Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, di seguito denominato "Comitato".
2. Il Comitato è composto da sette membri, nominati con decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dell'ambiente. Di tali componenti, tre sono designati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome e quattro - di cui uno con funzioni di presidente individuato con il medesimo decreto - sono scelti tra persone particolarmente esperte in materia di tutela ed uso delle acque, sulla base di specifiche esperienze e conoscenze del settore.
3. I membri del Comitato durano in carica cinque anni e non possono essere confermati. Qualora siano dipendenti pubblici, essi sono collocati fuori ruolo o, se professori universitari, sono collocati in aspettativa per l'intera durata del mandato. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con i Ministri dell'ambiente e del tesoro, è determinato il trattamento economico spettante ai membri del Comitato.
4. Per l'espletamento dei propri compiti e per lo svolgimento di funzioni ispettive, il Comitato si avvale di una segreteria tecnica, costituita nell'ambito della direzione generale della difesa del suolo del Ministero dei lavori pubblici, nonché della collaborazione delle Autorità di bacino. Esso può richiedere di avvalersi, altresì, dell'attività ispettiva e di verifica di altre amministrazioni.
5. Il Comitato definisce, d'intesa con le regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano, i programmi di attività e le iniziative da porre in essere a garanzia degli interessi degli utenti per il perseguimento delle finalità di cui al comma 1, anche mediante la cooperazione con organi di garanzia eventualmente istituiti dalle regioni e dalle province autonome competenti".

QUI QUALCOSA NON QUADRA CI STANNO FOTTENDO ALLA GRANDE SIGNORI

vivereacagli ha detto...

Le proposte di Progetto H2O sono senza dubbio da sostenere quando vogliono le aziende affidatarie del servizio idrico al 100% pubbliche; sul metodo di calcolo delle tariffe ci sarebbe da discutere ma penso che dovrebbe essere un compito da lasciare ai singoli comuni. Non ho capito come Progetto H2O propone di affrontare il problema del reperimento delle risorse idriche in funzione della richiesta dell’utenza.

Ad Affogato dalle bollette chiedo perché, in sintesi, secondo lui ci stanno fottendo ?

Anonimo ha detto...

Che cosa stanno facendo le associazioni ambientaliste locali in questo frangente ( wwf, lupus in fabula)? Se hai notizie ci piacerebbe conoscerle.
Inoltre l'aqua del Burano nella costa la usano anche per innaffiare i grandi orti suburbani,penso che sia giunto il momento d pensare a qualche altro sistema con meno pericolose conseguenze (desalizzazione del mare?)
In quanto ai nostri amministratori sono troppo genuflessi davanti a Ucchielli per poter pensare in grande.

Anonimo ha detto...

http://www.ato1acqua.marche.it/index.php?id=3011#c12152

DELIBERE AATO

"In quanto ai nostri amministratori sono troppo genuflessi davanti a Ucchielli per poter pensare in grande."

SONO IN CORSA PER FUTURE POLTRONE
GUARDA PANICO, PAPI, TRAVERSINI E C.

Anonimo ha detto...

http://www.pesaroambiente.it/dettaglionews.asp?id=6642

La situazione degli invasi ad oggi:


Mercatale di Sassocorvaro - disponibilità di circa 3.300.000 mc. di risorsa idrica; Furlo + San Lazzaro + Tavernelle – disponibilità di circa 650.000 mc. In considerazione del fatto che il fabbisogno mensile per tutto l'ambito provinciale è pari a un prelievo di circa 3.000.000 di mc. di risorsa idrica e che nel mese di agosto, la chiusura di molte attività produttive, si tradurrà in un risparmio limitato a circa il 6% di tale quantità, è necessario garantire prelievi pari a circa:


2.820.000 mc. per il mese di agosto


3.000.000 mc. per il mese di settembre


L'attuale situazione degli invasi è gestita, grazie all'apporto del Pozzo Burano che consente periodicamente (ogni 4-5 giorni) di rilasciare dai bacini Enel la quantità d'acqua necessaria all'approvvigionamento del potabilizzatore di San Francesco.


- Opere di approfondimento nel massiccio appenninico, finalizzate al reperimento di nuova risorsa idrica da falde profonde (dal 23 luglio).


VOGLIONO ACQUA CHE CI DANNO IN CAMBIO?
LE BOLLETTE DA 300-400 EURO ALL'ANNO!!!