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mercoledì 24 ottobre 2007

INTERVISTA AL NUOVO VESCOVO

Dal Corriere Adriatico del 20 ottobre l’intervista di Lorenzo Furlani a S.E. Trasarti:

Monsignor Armando Trasarti, con quale stato d’animo si appresta a giungere a Fano?

“Con commozione e trepidazione verso una comunità non lontana e non nuova”.

Lei, che durante l’ordinazione episcopale ha espresso devozione e gratitudine al suo predecessore, quale messaggio rivolge ai fedeli?

“Sono un uomo di popolo e intendo camminare con il popolo di Dio, insieme ai preti. Questo è il tempo migliore che mi è dato di vivere e questo è il popolo migliore che mi è stato affidato. Lo dico con intima convinzione. E’ come se vivessi un fidanzamento. Non sono un uomo eccezionale però intendo fare cose eccezionali nella vita ordinaria. Non per vile interesse, né controvoglia, né per ambizione, ma come atto d’amore. Mettendo al primo posto le persone e il loro benessere”.

Dopo l’insediamento, quale sarà il suo primo impegno?

“Voglio rispondere all’invito ricevuto dagli amministratori pubblici, oltre che dal clero, per essere presente sul territorio. Sarà mia cura visitare l’intera comunità. Conoscere le realtà ecclesiali e sociali, con l’atteggiamento dell’ascolto, del dialogo e dell’incoraggiamento”.

Quale ruolo affiderà ai laici, anche alla luce degli esiti del convegno di Verona?

“Intendo favorire, in due direzioni, un maggiore impegno dei laici nella Chiesa, nei vari consigli parrocchiali come collaboratori del clero, e un loro ruolo attivo nella società secolare, a servizio della civitas”.

Per quest’ultimo aspetto la situazione fanese è vivace, i cattolici sono impegnati in vario modo anche nella polis. Quale funzione pensa debba svolgere la Chiesa?

“Quello profetico del Vangelo, quello orante. Sta ai laici impegnarsi per applicare il messaggio evangelico nella città degli uomini”.

La realtà giovanile diocesana è viva, la promuoverà?

“I giovani sono la nostra speranza. Ho già avuto modo di apprezzare il gruppo fanese presente all’Agorà di Loreto. Intendo promuovere il rapporto dei sacerdoti con i giovani. Dobbiamo comunicare il Vangelo in modo piacevole, trasmettere gioia non divieti. La Chiesa non è la Chiesa del no ma è la Chiesa delle beatitudini, la Chiesa di Gesù che appunto dice “Beati voi”.

Poi occorre fare anche rinunce e scelte di vita ma la predicazione deve essere di compagnia, consapevole delle debolezze, misericordiosa, per capirci non bacchettona”.E la comunicazione, quale ruolo le assegna?

“Il Vangelo è comunicazione, è la buona notizia. Saluto con affetto i giornalisti, della stampa diocesana e degli altri organi, con cui conto di sviluppare un proficuo rapporto. Allestiremo un ufficio stampa diocesano e potenzieremo il sito Internet, perché diventi anche uno strumento di confronto tra le varie realtà diocesane. La diocesi non vuole farsi pubblicità, deve solo fare conoscere la verità con onestà”.
LORENZO FURLANI



La presenza nel territorio quindi è quanto è stato subito chiesto al nuovo Vescovo. La richiesta sembra essere stata raccolta: la speranza dovrebbe essere che per conoscere le realtà ecclesiali e sociali della sua grande diocesi Mons. Trasarti , forte della sua vitalità di uomo che “nel tempo migliore che gli è dato di vivere”, voglia esercitare la sua presenza nelle sedi condiocesane non solo con fugaci visite pastorali, bensì con prolungate presenze, con ricorrenti trasferimenti di sede, che oltre a favorire il contatto diretto con le realtà locali, contribuiscano a ridare pari dignità alle condiocesi, nessuna delle quali dovrebbe essere seconda alle altre.

Secondo le tavole cronologiche dei vescovi, redatte dagli storici, monsignor Armando Trasarti, 59 anni, già vicario della diocesi di Fermo, dovrebbe essere:

l’85° vescovo di Fano, a partire da quel Tolomeo consacrato nel 74 dopo Cristo

l’80° vescovo di Fossombrone

il 96° vescovo delle diocesi di Cagli e Pergola.


Tutte le quattro diocesi furono riunite nella sede episcopale fanese nel 1973. Da allora, sotto la guida pastorale di Costanzo Micci, il vescovo di Fano divenne anche vescovo di Fossombrone Cagli e Pergola.


CRONACA DELL’ACCOGLIENZA
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dal Corriere Adriatico del 22.10.2007
FANO - Il calore dimostrato dai cittadini ha avuto la meglio anche sul broncio del tempo che minacciava pioggia nell’area del Pincio, dove era stata predisposta la cerimonia di accoglienza di monsignor Armando Trasarti, nuovo vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola.
C’erano soprattutto i giovani dell’Agorà con i loro cappelli multicolori e gli scout che, oltre il largo antisante l’Arco di Augusto, gremivano con le loro insegne il tratto di strada che conduce in Cattedrale. Il vescovo è giunto puntuale, alle 16.15 come da programma, a bordo di una Lancia scura, accompagnato dal vicario generale della diocesi, monsignor Sergio Bertozzi, e scortato da un picchetto d’onore, formato da due carabinieri in motocicletta.

Ad attenderlo all’altezza di Porta Maggiore, c’erano il prefetto Luigi Riccio, il sindaco di Fano Stefano Aguzzi e soprattutto il vescovo emerito Vittorio Tomassetti, che lentamente aveva percorso a piedi la distanza che separa la casa del clero, dove ora risiede. C’erano poi molti sindaci dei 23 Comuni che fanno parte della diocesi, oltre il questore Benedetto Pansini, rappresentanti delle forze dell’ordine e consiglieri comunali. Il palco delle autorità era dunque ben affollato, così come il largo di Porta Maggiore, dover sfidando il freddo di una giornata quasi invernale si sono radunate poco meno di duemila persone.

Monsignor Trasarti è apparso sorridente. Subito è diventato simpatico alla gente che gli si stringeva attorno, dandogli il benvenuto. Con quegli occhialini che gli danno un’aria da intellettuale e il sorriso che annulla le distanze ha abbracciato simbolicamente la sua nuova città, anzi la sua nuova diocesi, comprensiva di circa 130.000 abitanti e, come ha notato monsignor Bertozzi, estesa dal Catria al Nerone, dalla valle del Cesano a quella del Metauro, dai primi contrafforti degli Appennini all’Adriatico.

Il primo saluto è stato espresso dal sindaco, il quale ha voluto rivolgergli un pensiero non solo formale: “I tempi che viviamo sono difficili ed esaltanti come ebbe a dire Papa Giovanni Paolo II e Fano non fa eccezione nel panorama generale delle comunità, così costantemente alla ricerca di valori, a volte deluse e disincantate. Noi oggi le apriamo le porte di un grande campo dove la Chiesa le ha chiesto di svolgere il suo servizio pastorale di vescovo. Sant'Agostino definiva il suo servizio “un servizio di amore”. E questo è il mio primo augurio e la mia certezza che lei sarà un pastore appassionato e attento di una diocesi non facile, dove alle antiche radici cristiane si è aggiunta la ricerca di una umanità laica, di una società attenta e sensibile ai valori umani e cristiani, ma nello stesso tempo una società che valuta le persone ed il loro operato, soprattutto dal lato della loro efficacia concreta. Le chiedo oggi, qui, come segno concreto del nuovo corso della Chiesa fanese, di pensare a tavoli comuni di ricerca, di dialogo e di collaborazione fattiva sia nel campo sociale che culturale, consolidando una tradizione che è già presente nell'opera di questi anni”.

La replica di monsignor Trasarti e allo stesso tempo, il suo primo discorso rivolto alla diocesi, è stata appassionata, semplice e tuttavia già pregna di quella autorità episcopale che vuol essere guida e servizio al tempo stesso. “Ognuna delle istituzioni – ha detto – dovrà operare nel suo specifico ordine e nella propria autonomia, in spirito di dialogo e di collaborazione sincera e reciproca, in vista solo del bene comune, fine di ogni azione, sia essa politica che sociale, culturale e religiosa”.
MASSIMO FOGHETTI

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