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giovedì 7 febbraio 2008

IL SOMMO POETA PROFETIZZO' LA VITTORIA DI VELTRONI


Da “La Divina Commedia” - INFERNO - Canto I vv. 79-136

Dante ha appena iniziato il lungo viaggio che lo porterà ad attraversare i misteriosi mondi dell’al di là e si è imbattuto in tre spaventose bestie che gli sbarrano il cammino: una lonza, un leone ed infine una lupa. Intravede un’ombra alla quale chiede aiuto; quella fornisce le sue generalità e Dante la identifica:


"Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?",
rispuos'io lui con vergognosa fronte.

"O de li altri poeti onore e lume
vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
che m'ha fatto cercar lo tuo volume.

Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore;
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore.
Vedi la bestia per cu' io mi volsi:
aiutami da lei, famoso saggio,
ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi".

"A te convien tenere altro viaggio",
rispuose, poi che lagrimar mi vide,
"se vuo' campar d'esto loco selvaggio:

ché questa bestia, per la qual tu gride,
non lascia altrui passar per la sua via,
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;

e ha natura sì malvagia e ria,
che mai non empie la bramosa voglia,
e dopo 'l pasto ha più fame che pria.

Molti son li animali a cui s'ammoglia,
e più saranno ancora, infin che 'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.

Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapienza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.

Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.

Questi la caccerà per ogne villa,
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,
là onde 'nvidia prima dipartilla.

Ond'io per lo tuo me' penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
e trarrotti di qui per loco etterno;

ove udirai le disperate strida,
vedrai li antichi spiriti dolenti,
ch'a la seconda morte ciascun grida;

e vederai color che son contenti
nel foco, perché speran di venire
quando che sia a le beate genti.

A le quai poi se tu vorrai salire,
anima fia a ciò più di me degna:
con lei ti lascerò nel mio partire;

ché quello imperador che là sù regna,
perch'i' fu' ribellante a la sua legge,
non vuol che 'n sua città per me si vegna.

In tutte parti impera e quivi regge;
quivi è la sua città e l'alto seggio:
oh felice colui cu' ivi elegge!".

E io a lui: "Poeta, io ti richeggio
per quello Dio che tu non conoscesti,
acciò ch'io fugga questo male e peggio,

che tu mi meni là dov'or dicesti,
sì ch'io veggia la porta di san Pietro
e color cui tu fai cotanto mesti".
Allor si mosse, e io li tenni dietro.

Qualcuno ha individuato nel veltro nientemeno che Veltroni, quindi a voi riconoscere gli altri protagonisti, in analogia all’attuale momento politico che sta attraversando il nostro Paese.
Una ulteriore conferma che Dante è stato un poeta “ispirato”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

veltroni non passerà neppure il cavaliere senza cavallo (perchè non lo vuole far salire sul suo collo)
la lonza sbarra il passo da Cantiano sulla strada dei Romani
La Sinistra l'Arcobaleno nelle verdi colline d'Italia trionferà ed imporra il suo punto.