
che si rifà allo stile di ieri, quando la pubblicità era circospetta.
E cioé umana ed estranea alla nevrosi.
Si scrive pubblicità ma si legge piovra. Indiscussa e diletta primogenita d'un sempre più insaziabile consumismo che si nutre di quei medesimi pseudo-bisogni che esso stesso crea, in televisione è diventata così invasiva che dà chiara l'impressione di come i programmi, anche per la loro disarmante volgarità e pochezza, siano diventati un pretesto per lasciarle sgombero il proscenio.
Nelle riviste imbastardisce e s’insinua, rendendo farraginosi gli argomenti impaginati che non si sa più dove cominciano o finiscono. Frammenta la compattezza del tutto e rende più improbo che acrobatico il compito dei grafici, prima, e dei lettori, poi.
Nelle cassette postali, emula del cucùlo, scaccia la posta legittima dal nido per prenderne il posto.
Nelle linee telefoniche fa quotidianamente e sistematicamente squillare l'apparecchio mentre ti sei appena appisolato per la pennichella. Oppure sei in posizione di sparo, dinnanzi ad un fumante piatto di pastasciutta. O, addirittura, mentre sei inzuppato e insaponato sotto la scrosciante doccia.
"Pedofila" per vocazione, fa uso sconsiderato di bambini che, bellissimi e sanissimi, li rende così antipatici da renderci grandemente simpatico Erode il Grande. E mette contestualmente a nudo la nostra ipocrisia che in altri frangenti si preoccupa di oscurarne i paffuti volti.
Infine, se fatta da inserzionisti affermati che dettano legge, alla "Dolce & Gabbana" per intenderci, travestita da fulgido esempio di inarrivabile arte fotografica, si diverte a titillare maliziosamente i lati più oscuri ed angosciosi della nostra psiche. Nonché a rivoltare come un guanto il nostro disarmato buonsenso, con quelle immagini gay a tutta pagina, rigonfie d’orgoglio genitale.
Sempre in tema di pubblicità, sere fa, nel giorno che commemorava la Shoah, è stato riproposto su rete 4 il film Schinder’s List. Senza una interruzione ch’è una. Incredibile, ci siamo chiesti compiaciuti, stropicciando increduli gli occhi! Ma poi subito rattristandoci, al pensiero che – caspita! - ci voleva un genocidio per abbatterla.
Nelle riviste imbastardisce e s’insinua, rendendo farraginosi gli argomenti impaginati che non si sa più dove cominciano o finiscono. Frammenta la compattezza del tutto e rende più improbo che acrobatico il compito dei grafici, prima, e dei lettori, poi.
Nelle cassette postali, emula del cucùlo, scaccia la posta legittima dal nido per prenderne il posto.
Nelle linee telefoniche fa quotidianamente e sistematicamente squillare l'apparecchio mentre ti sei appena appisolato per la pennichella. Oppure sei in posizione di sparo, dinnanzi ad un fumante piatto di pastasciutta. O, addirittura, mentre sei inzuppato e insaponato sotto la scrosciante doccia.
"Pedofila" per vocazione, fa uso sconsiderato di bambini che, bellissimi e sanissimi, li rende così antipatici da renderci grandemente simpatico Erode il Grande. E mette contestualmente a nudo la nostra ipocrisia che in altri frangenti si preoccupa di oscurarne i paffuti volti.
Infine, se fatta da inserzionisti affermati che dettano legge, alla "Dolce & Gabbana" per intenderci, travestita da fulgido esempio di inarrivabile arte fotografica, si diverte a titillare maliziosamente i lati più oscuri ed angosciosi della nostra psiche. Nonché a rivoltare come un guanto il nostro disarmato buonsenso, con quelle immagini gay a tutta pagina, rigonfie d’orgoglio genitale.
Sempre in tema di pubblicità, sere fa, nel giorno che commemorava la Shoah, è stato riproposto su rete 4 il film Schinder’s List. Senza una interruzione ch’è una. Incredibile, ci siamo chiesti compiaciuti, stropicciando increduli gli occhi! Ma poi subito rattristandoci, al pensiero che – caspita! - ci voleva un genocidio per abbatterla.
Leone Pantaleoni
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