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MOSTRA A PALAZZO BERARDI MOCHI-ZAMPEROLI

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RADUNO ANA A CAGLI

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sabato 15 marzo 2008

LE IPOTESI DI SALVATORE FIUME A CAGLI



A Palazzo Felici si inaugura oggi 15 marzo, la mostra personale del grande artista Salvatore Fiume (1915 - 1997) che si protrarrà fino al 4 maggio 2008.
I dipinti esposti appartengono al 'Ciclo delle Ipotesi', periodo artistico che abbraccia un arco cronologico compreso fra il 1983 e il 1989.
Fiume personalizza i frutti di un'acuta osservazione all'interno della quale ambienta alcune strepitose riproduzioni di capolavori rinascimentali che riportano il maestro idealmente a Urbino. Un armonico di dipinti, sculture, bozzetti e materiale fotografico che creano all'unisono dei paesaggi dello spirito, simboli di una sconcertante contemporaneità dei capolavori. L'ipotesi quindi si tramuta in possibilità di dialogo nel tempo fra i tempi, nello spazio fra gli spazi, la scoperta dell'eterna simultaneità dell'opera d'arte.
Ricordiamo la grande versatilità dell'artista, nato a Comiso (1915-1997).


A sedici anni, grazie ad una borsa di studio, entrò al Regio Istituto d’Arte del Libro di Urbino dove acquisì una profonda conoscenza delle tecniche della stampa: litografia, serigrafia, acquaforte e xilografia.


Qui fu compagno di studi della nostra concittadina Concetta Ciancamerla, illustratrice e curatrice, allora, di due libri realizzati interamente nell’ambito dell’Istituto, le “Rime Piccine” di Mario Giusti e “L’augellin bel verde” di Mario Gozzi; contemporaneamente a queste esperienze di Concetta Ciancamerla, Salvatore Fiume illustrava e curava la pubblicazione di “La secchia rapita” di A. Tassoni.


Nel 1936, finiti gli studi, si recò a Milano dove conobbe artisti e intellettuali fra cui Salvatore Quasimodo, Dino Buzzati e Raffaele Carrieri, iniziando ad affermarsi, grazie al suo innato talento e genialità, nel campo dell’arte.
Fu pittore, scultore, architetto e scenografo e le sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo quali i Musei Vaticani, il Museo Ermitage di S. Pietroburgo, il Moma di New York, la Galleria d'Arte Moderna di Milano.
La mostra intende celebrare il decennale dalla morte dell’artista esponendo 12 opere appartenenti al “Ciclo delle ipotesi”, gentilmente concesse dalla Fondazione Fiume.
Curata dalla società PiQuadro srl di Urbino, in collaborazione con la Fondazione Fiume di Canzo (Co), la mostra dispone di un catalogo edito da Electa Mondadori.
Una grande occasione per apprezzare le creazioni di questo importantissimo ed eclettico artista italiano.
Per informazioni:
PiQuadro Srl – Segreteria Organizzativa
tel. 0722 328183
email: segreteria@piquadrosrl.com


Redazione 26-03-2008 alle ore: 8:43

Una bella visita di Vittorio Sgarbi a Cagli
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E’ arrivato all’improvviso, come la neve caduta in entroterra. Proveniva da una visita al Monastero di Fonte Avellana, dove Vittorio Sgarbi si è intrattenuto con i monaci per osservare alcune novità che voleva analizzare, compresa la catalogazione e informatizzazione di tutta la biblioteca, che è davvero un impegno enorme cui Fonte Avellana si riconferma centro culturale storico di questo territorio. L’ex onorevole-critico-assessore si è fermato a Cagli dove l’attendeva la mostra di Salvatore Fiume organizzata a Palazzo Felici. Una mostra, promossa da PiQuadro di Urbino. che Vittorio Sgarbi ha apprezzato, dopo averla osservata con la consueta attenzione. Fermandosi di fronte alle opere del maestro siciliano, Sgarbi ha commentato: “Una mostra molto equilibrata con quadri che tengono insieme le opere tradizionali di Fiume, queste belle figure femminili. E poi l’inserimento della pittura moderna in particolare: De Chirico e Picasso, suoi riferimenti di maggiore forza anche per la popolarità che egli aveva aggiunto e quindi sentiva di commisurarsi con i due artisti. E poi la pittura antica: Tintoretto, Rembrandt, Rubens, ma anche Raffaello, che hanno reso le opere di Salvatore Fiume ingigantite e importanti”. La curiosità di Vittorio Sgarbi per Cagli è sempre particolarmente alta. Il critico ha voluto osservare alcune caratteristiche della città che non conosceva: l’altra metà di palazzo Felici, proprietà degli eredi Max Mochi, che a Sgarbi hanno spalancato le porte del Palazzo, facendogli visitare gli interni. Quindi Palazzo Preziosi Brancaleoni, in Corso XX Settembre, con l’interessante facciata bugnata e lo scalone monumentale da cui si accede ai piani superiori. L’ultima visita, notturna, è stata al Convento dei Frati Cappuccini, sul colle omonimo, che fu edificato sulla Rocca dei Montefeltro di Urbino, costruita nel 1481 su disegno di Francesco di Giorgio Martini, celebre architetto militare del Rinascimento. Il Convento si è inserito sul precedente edificio secondo un disegno edilizio tipico dei cappuccini del secolo XVI, conservato lungo i secoli, con restauri che ha subito negli anni 1975 – 76. Sgarbi ha ammirato l’interessante biblioteca. Accompagnavano Vittorio Sgarbi il sindaco di Cagli Domenico Papi, l’assessore ai beni culturali e monumentali Alberto Mazzacchera e Alessandro Cioppi di “PiQuadro”. Sgarbi ritornerà a Cagli il 26 aprile, per ritirare un’alta benemerenza dal Comune (lo ha svelato il sindaco) che è stata mantenuta segreta come vuole il regolamento. A Vittorio Sgarbi verrà conferita ufficialmente la Medaglia d’Oro, che è appunto un’alta civica benemerenza della città di Cagli.

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