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martedì 8 gennaio 2008

L’ANNO 2008 BISESTILE NON POTEVA NON STIMOLARE LA FANTASIA DI LEONE DA CAGLI





BISESTILE, SEI IL MIGLIORE!
Ritenuto funesto dalla proverbistica, l'anno con il 29 febbraio trova invece la piena considerazione del mondo edipico

Tipetto arzillo e curioso questo 2008.
Perchè bisestile, intendiamo.

Si sa che l'anno astronomico dura 6 ore (per la precisione 5 ore, 48 minuti e 46 secondi), ragion per cui, ogni 4 anni di calendario gregoriano, al calendario gregoriano necessita il ricarico di un giorno. Attenzione, però: perchè per essere degno di chiamarsi bisestile, bisogna che l'anno sia espresso da un numero divisibile per 4 o per 400. Ma non per 100 o 4000. E se è vero che 400 è già divisibile per 4, non è altrettanto vero il contrario. Ecco perchè indicare il 400 non è cosa superflua.

Nei proverbi l'anno bisestile non è considerato fortunato (anno bisesto, anno molesto o funesto). Del resto, provenendo il termine dalla frase latina "Bis sexto die ante Kalendas Martias", se solo si pensa a cosa accadde a Giulio Cesare alle idi di marzo, c'è poco da stare allegri.

Per l'enigmista sembra invece vero il contrario, perché se si riposizionano le lettere di "bisestile", si ottiene l'ibrido complimento: "Sei il best!". Sei il migliore, insomma. Sottinteso, anno bisestile.

Anno che consente ai nati del 29 febbraio di festeggiare - finalmente! - il loro compleanno nell'esatto giorno.

A proposito, forse non tutti i pesaresi ricordano che il loro personaggio più qualificante, Gioacchino Rossini, è nato proprio un 29 di febbraio. Quello del 1792, per la cronologia storica. Allorché il capitano del genio Claude Joseph Rouget de Lisle terminava di comporre la trascinante Marsigliese. Quella stessa cantata da Zidane la sera della sua zuccata "bis...ostile" (nemica? di più: due volte nemica!) a Materassi.

Leone Pantaleoni
Enigmista




Ma le risorse di Leone non finiscono qui:


ELUCUBRAZIONI EDIPICHE D’INZIO D’ANNO

Una lettera dell'alfabeto che si sconsiglia vivamente di non dare in pasto all'enigmista





SI FA PRESTO A DIRE ENNE




l'odierna lettera enne (minuscola) trae origine dalla grafia arrotondata che era usata nei manoscritti carolingi. In precedenza vi era soltanto il carattere latino N.







Si fa presto a dire enne. Tanto per cominciare in buon anno ce ne sono tre
e nel ricorrente errore "Cercasi volontari" invece del corretto "Cercansi volontari" ce n'è una in meno.
Ma nelle mani dell'enigmista la enne ha dell'altro da dire. Vediamo.
Per l'amante delle crittografie "N" può significare:
sol enne (solenne)
e, meglio ancora:
messa (nel senso di posta lì, davanti agli occhi del solutore) sol enne (messa solenne).
Potrebbe aversi anche:
sta lì N (Stalin),
tanto per saltare a pie' pari dal sacro al profano.
E a proposito di Fano, senza la enne essa diventa FAO (l'organizzazione delle Nazioni Unite, acronimo di "Food and Agriculture Organization")
mentre Urbino si riduce ad urbio (termine che col prefisso sub vale suburbio e cioè l'insieme dei sobborghi intorno al centro abitato).
Passando alle scienze esatte, simbolo dell'azoto, la enne potrebbe rivoluzionare la tabella degli elementi con buona pace del famoso chimico Mendeleev.
N è infatti metano se considerata la metà di NO (la prima parte della parolina "NO", insomma). Ma per l'identica ragione N potrebbe essere l'ossigeno il cui simbolo è "O". Visto che anche "O", proprio come "N", è la metà di NO.
E in barba alle scienze esatte, che confusione, allora, fra metano, ossigeno e azoto!

L'enigmista rammenta infine che la più accattivante crittografia di N è una ricorrente frase di quattro parole. Nell'ordine, di 2, 4 , 2 e 9 lettere. E cioè: "La nona di Beethoven" (N è infatti la nona lettera della parola Beethoven, contare per credere).
Siamo nella terra di Rossini, e se per stavolta gli è stato anteposto il degno "collega" germanico, il Cigno non diventerà arcigno e capirà che ne valeva davvero la pena.

Leone Pantaleoni


ORA RISOLVETE QUESTO FACILE REBUS:

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono, e solo se io sono, tu sei, solo se io sono, tutto ciò che mi circonda è, perché io sono il creatore di tutto ciò che esiste inquanto solo se io sono, tutto all'infuori di me potrà essere.
Se io sono, sono unico, e nella mia unicità è racchiusa tutta l'umanità, io sono quindi unico e sono molteplice, partecipo all'umanità tutta, in me è racchiusa l'essenza dell'umanità e quindi partecipo, ma solo se io sono, posso essere partecipe, e può esistere l'umanità, solo se io sono; solo se io vivo inquanto essere pensante che ha racchiuso in sé l'essenza dell'umanità potrà vivere il mondo a me circostante.
Facile fare gli struzzi, cercare giustificazioni inesistenti, se io sono, tutto ciò che mi sta intorno è, quindi partecipo a tutti gli eventi determinati dagli uomini. Se qualcuno vuole sopraffare qualcun altro, io partecipo agli eventi, se il pianeta e deturpato, io partecipo agli eventi, se succedono omicidi, io partecipo agli eventi; perché io sono gli altri. Tutto ciò perché l'esteriorità a preso il sopravvento, tutto ciò che è fuori di noi determina gli accadimenti che conosciamo. L'uomo ha perso la sua umanità, io sono meno umano, io assisto a tutto ciò, quindi io partecipo affinché lo scempio continui.

Anonimo ha detto...

...fa n po'com t pèr...