Oggi comincia la “settimana santa”. Ma no ! non quella pasquale! Quella canora: San Remo!
Ed ecco cosa ci propina Leone da Cagli per l’occasione:
Ed ecco cosa ci propina Leone da Cagli per l’occasione:
Se Sanremo non è di Pippo ma di Edipo
Curioso gioco l’anagramma. Ma a volte anche dispettoso: uno sposta le lettere di una parola o di una frase e ottiene altre parole o frasi di senso compiuto. Nell’approssimarsi di Sanremo, per il tronfiante (sì, sì, non trionfante che ne è l’anagramma!) Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, nell’assai più masticabile versione pop di “Pippo Baudo da Militello” propongo: “Baldi ippopotami? Duello!”.
QUANDO ANAGRAMMA FA RIMA CON MAMMA
Ci vuol niente a dire Sanremo. Ma se l'attesissimo Piero Chiambretti dovesse chiedersi depresso: "Io, per chi battermi?", ci sarebbe di che preoccuparsi circa lo stato della sua debordante e trascinante tonicità. E se poi Bianca Guaccero dovesse battibeccare con Andrea Osvart col dirle risentita: "Ero una big, cocca!", le cose non migliorerebbero. Per altro è cosa assodata che Andrea Osvart "verrà sondata". Messa alla prova, cioè. Come si conviene a chi nel rompere il ghiaccio deve anche forare il teleschermo perché ha tutti gli occhi addosso.
Non si diradano le nebbie con i cantanti di serie A. Un più inedito che nostalgico Sergio Cameriere sommessamente sospira: "Se c'era Remo Remigi!". E un Mario Venuti in versione tutt’altro che multietnica esclama: "Muoviti, nera!". Nervosetti anche Tricarico ("Corri! Taci!") e Paolo Meneguzzi ("Un pazzo è meglio!"). Per non parlare di Giò di Tonno che sbraita:"Ogni dito no!" (ma cosa mai gli stanno facendo?). La coccolatissima (e favoritissima?) Anna Tatangelo diveggia anzichenò ("Lagna? Ne ò tanta!") e fa le fusa Tiromancino con la fidanzatina ("Torno, micina!"). Lo imita con l'inglesina che vive a Parigi Michele Zarrillo ("Hallo, Liz, remerci!").
C'è da sospettare che la navigata Loredana Berté voglia inimicarsi il critico Grasso del Corrierone ("Aldo terrà bene!") intanto che Eugenio Bennato si abbandona populisticamente alla massa ("Buona gente e noi"). Infine, in un raptus di spiritualità, un dubbioso Amedeo Minghi pone con sguardo ieratico una domanda radicale: "Emma, neghi Dio?".
A proposito di radicale, che davvero si rivolga alla Emma Bonino "mangiapreti"? Mah, chissà! Certo è che ciascun virgolettato contiene le medesime lettere del nome e cognome a cui si riferisce, cambiate di posto (provare per credere!). E' la melodica e perciò orecchiabile legge dell'anagramma. Che fa rima con "Mamma", la canzone per antonomasia che quando Sanremo vagì aveva già festeggiato 10 compleanni.
Curioso gioco l’anagramma. Ma a volte anche dispettoso: uno sposta le lettere di una parola o di una frase e ottiene altre parole o frasi di senso compiuto. Nell’approssimarsi di Sanremo, per il tronfiante (sì, sì, non trionfante che ne è l’anagramma!) Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, nell’assai più masticabile versione pop di “Pippo Baudo da Militello” propongo: “Baldi ippopotami? Duello!”.
QUANDO ANAGRAMMA FA RIMA CON MAMMA
Ci vuol niente a dire Sanremo. Ma se l'attesissimo Piero Chiambretti dovesse chiedersi depresso: "Io, per chi battermi?", ci sarebbe di che preoccuparsi circa lo stato della sua debordante e trascinante tonicità. E se poi Bianca Guaccero dovesse battibeccare con Andrea Osvart col dirle risentita: "Ero una big, cocca!", le cose non migliorerebbero. Per altro è cosa assodata che Andrea Osvart "verrà sondata". Messa alla prova, cioè. Come si conviene a chi nel rompere il ghiaccio deve anche forare il teleschermo perché ha tutti gli occhi addosso.
Non si diradano le nebbie con i cantanti di serie A. Un più inedito che nostalgico Sergio Cameriere sommessamente sospira: "Se c'era Remo Remigi!". E un Mario Venuti in versione tutt’altro che multietnica esclama: "Muoviti, nera!". Nervosetti anche Tricarico ("Corri! Taci!") e Paolo Meneguzzi ("Un pazzo è meglio!"). Per non parlare di Giò di Tonno che sbraita:"Ogni dito no!" (ma cosa mai gli stanno facendo?). La coccolatissima (e favoritissima?) Anna Tatangelo diveggia anzichenò ("Lagna? Ne ò tanta!") e fa le fusa Tiromancino con la fidanzatina ("Torno, micina!"). Lo imita con l'inglesina che vive a Parigi Michele Zarrillo ("Hallo, Liz, remerci!").
C'è da sospettare che la navigata Loredana Berté voglia inimicarsi il critico Grasso del Corrierone ("Aldo terrà bene!") intanto che Eugenio Bennato si abbandona populisticamente alla massa ("Buona gente e noi"). Infine, in un raptus di spiritualità, un dubbioso Amedeo Minghi pone con sguardo ieratico una domanda radicale: "Emma, neghi Dio?".
A proposito di radicale, che davvero si rivolga alla Emma Bonino "mangiapreti"? Mah, chissà! Certo è che ciascun virgolettato contiene le medesime lettere del nome e cognome a cui si riferisce, cambiate di posto (provare per credere!). E' la melodica e perciò orecchiabile legge dell'anagramma. Che fa rima con "Mamma", la canzone per antonomasia che quando Sanremo vagì aveva già festeggiato 10 compleanni.
Leone PantaleoniEnigmista